InFormaGay mensile di informazione e prevenzione gay e lesbico Redazione: via S.Chiara, 1 10122 TORINO - ITALY tel +39.11.436.5000 fax +39.11.436.86.38 Mail: C.P. 689 10111 TORINO CENTRO GIUGNO 1995 numero 7 DIRETTORE: Simona Pace ART DIRECTOR: Andrea Curti HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO: Curtace (Che si legge "Curteis"), Il Carabiniere Misterioso, Marco Scala, Massimo Virgilio, Mauro De Toma, Mirko Medusa, Mirtha, Osram, Piero Pirotto, Titti SPECIAL THANKS TO: Cristina, Milly (per i caffè e le polpettine), Circolo Pink - Verona, Mauro P. (anche se non abbiamo usato la sua foto), Roberta Lazzeri PER CYBERGAY SI RINGRAZIA: Wockner Int'l News Copyright (c) 1995 Rex Wockner and Affiliates. All rights reserved Informagay è un'Associazione aderente a FORUM AIDS ITALIA e ad AZIONE OMOSESSUALE (articles without date and font are produced by members of the InformaGay staff) --------------------------------------------------------- --------------------------------------------------------- -- EDITORIALE Dio che agitazione! Questo è il numero dell'ansia e dei numeri: le percentuali dell'identikit ce le stiamo ancora sognando di notte. Labirinti... finalmente siamo al dunque e questo numero sette uscirà in anteprima proprio a Roma; come ormai da qualche tempo a questa parte, arriviamo anche questo mese con delle rubriche nuove, ma non voglio togliervi il gusto di scoprirle da soli (prima o poi ci stabilizzeremo su un numero fisso di rubriche, promettiamo). Volevo fare qualche considerazione sulla parola «gay»: intanto, mi piacerebbe sapere chi l'ha usata per primo e perché è entrato nella consuetudine riferirla solo agli uomini. Io personalmente, quando dico o penso «gay» mi riferisco a uomini e donne. Forse perché penso al significato della parola, e allora non vedo perché le donne non dovrebbero essere «felici»; sarà anche sterile come questione, ma la curiosità mi rimane. Pare che le lesbiche stiano di nuovo attraversando un momento di gloria: alcune riviste nelle ultime tre settimane hanno pubblicato servizi su attrici, cantanti o scrittrici lesbiche. Gli articoli mi sono sembrati un po' tutti uguali, ma di nuovo è sorta la mia abituale domanda: perché? Perché questa notorietà a ondate? Non capisco quale sia il fattore scatenante; forse i giornalisti non hanno niente da dire e allora tirano in ballo le lesbiche, che tanto la curiosità (o la morbosità?) la eccitano sempre? Attendo risposta. Comunque, andate a vedere "A proposito di donne" e viva le Indigo Girls. Simona Pace ========================================================= ============== LA PERLA DEL MESE : «BEN WRIGHT» «DONNE E LESBICHE NON GIOCATE A GOLF.» FATE TROPPI DANNI La Stampa, 14/5/95 NEW YORK. «Se ami giocare a golf e magari credi di farlo anche a ottimo livello, ma sei donna, e quindi dotata di seno, è meglio che lasci perdere perché impacciata nei movimenti. Se, oltre ad essere donna, sei anche lesbica, danneggi pure la categoria e tieni lontano gli sponsor. Il minimo che puoi fare è ritirarti nell'ombra». È il pensiero, espresso senza tanti giri di parole, da un famoso giornalista sportivo americano, esperto del gioco del golf Ben Wright, che lavora da 23 anni per la Cbs tv. Il cronista, 62 anni, si trovava a Wilmington, Delaware, per seguire il campionato di golf femminile. Il «News Journal» di Wilmington ha riportato integralmente alcuni suoi commenti alle gare, che hanno indignato il movimento delle donne e degli omosessuali, ma che hanno anche messo in grande imbarazzo i responsabili dell'emittente. [Ansa- Reuter] ......................................................... ......................................................... .......................................... Esultate gente, esultate! Non c'è limite alla idiozia e ciò è ampiamente dimostrato dal susseguirsi di notizie che la stampa e la televisione sono in grado di fornirci mensilmente, offrendoci così gli spunti necessari da cui possiamo continuare ad attingere, con stizza o con le lacrime agli occhi (dal ridere), per il nostro consueto appuntamento. Queste notizie ci offrono inoltre l'opportunità di riflettere sul tasso "cretinico" delle masturbazioni cervellotiche di alcuni esseri viventi che, per il solo fatto di essere ospiti di questo pianeta, se ne sentono automaticamente gli imperatori. Qualcuno disse che, cito, "la madre degli imbecilli è sempre incinta" (signor Costanzo, se questa frase, che ho sentito pronunciare da lei dovesse appartenerle, la prego, non cominci a sommergerci sotto un fiume di fax con deliranti richieste di scuse così come ci è successo recentemente con un altro signore): ebbene, a chiunque appartenga quella frase, trovo sia molto appropriata, e immagino che quella mamma sia arrossita di vergogna una volta venuta a sapere che uno dei suoi figlioletti, tale Ben Wright, ha esternato una tale sciocchezza, ma una tale sciocchezza da renderlo degno di ricevere direttamente a casa la nostra tanto ambita onorificenza. Voilà, spedita direttamente con una bella mazza da golf. Lascio a voi il piacere di leggere quanto Mr. Wright ha avuto la soavità di dichiarare a proposito delle donne e, santi numi, delle lesbiche che hanno l'ardire di giocare a golf, e mi lancio subito in qualche piccola considerazione. Personalmente, non essendo dotato di seno, non posso sapere se il movimento previsto per il lancio possa causare qualche inconveniente. Presumo però che se per caso una donna dotata quanto lo è Serena Grandi decidesse di cimentarsi in quello sport, credo non avrebbe difficoltà a vedere la pallina da lanciare e sono certo che, nel caso questa donna, lesbica o no, fosse anche una giocatrice tanto brava da meritare di partecipare ad un campionato femminile, il tappeto verde non ne patirebbe. Se invece non dovesse essere il praticello la principale preoccupazione del signor Wright ma piuttosto, che ne so, il tipo di calzature indossate dalle signore, allora penso che nemmeno in questo caso il nostro abbia di che preoccuparsi. Ho infatti voluto fare un esperimento ed ho chiesto ad una mia cara amica di cimentarsi in una bella partitina a golf con il sottoscritto, ed ho notato che, quando le ho chiesto come mai non indossasse i soliti tacchi a spillo (lei è un'operatrice sado-maso e i tacchi a spillo sono il suo punto forte... sempre!) mi ha guardato come se fossi un marziano e poi si è limitata a dirmi una cosa dolcissima che non posso riportare qui, per decenza. Ma allora, dov'è il problema? Non capisco. E' come se domani mattina un altro simpatico sputasentenze si svegliasse e dichiarasse al mondo che i super-dotati non devono nemmeno sognarsi di giocare a flipper, per il semplice fatto che certi colpi ben assestati potrebbero essere deleteri per i flipper stessi (e non fatemi dire il perché). Oppure il buonuomo di cui sopra, potrebbe sempre far sapere al mondo intero che sarebbe meglio se i nani evitassero di partecipare a gare di salto in alto e soprattutto le nane, e sopra-soprattutto le nane lesbiche o i nani gay, perché sennò lo sponsor si dileguerebbe. Ah, ah, ah. Scusate. Ma forse il signor Wright intendeva dire che le donne, e soprattutto le donne lesbiche, dovrebbero smetterla di confezionare i (e non giocare a) golf. Forse, quando senza usare mezzi termini sosteneva che il minimo che poteva fare una giocatrice di golf era "ritirarsi nell'ombra", in realtà voleva dire che le donne, e soprattutto le donne lesbiche, hanno gli stessi diritti dei maschi, perfino omosessuali, di noleggiare un ombrellone al mare. Forse, più semplicemente, non sapeva più che cosa dire. A questo punto c'è da augurarsi che Mr. Ben Wright non scopra che ci sono uomini, e non necessariamente omosessuali, che fanno gare di cucito o che competono a suon di mezzo-punto, altrimenti chissà che cosa sarebbe in grado di sentenziare! E pensare che anche un personaggino come lei, signor Wright, nonostante tutto continua a fare il cronista, e chissà quanti fratellini, figli di quella stessa mamma disperata che citavo all'inizio, concorderanno con quanto dice! Contatti quell'altro signore, quello che per un certo periodo ha invaso la nostra redazione di fax esaltati e che, per la sua bella lettera a proposito del FESTIVAL DEL CINEMA OMOSESSUALE che su "Il Giornale" ha trovato la sua giusta collocazione (e che non pubblichiamo perché davvero "stomacante") verrà insignito con "la perlina del mese" (con cui potrebbe pensare di cominciare a confezionare "self-made" una bella collanina). Insieme a lui potreste fondare un bel club (cosa ne dice de "IL CLUB DEI PERLACEI"? Carino vero?). Sono certo che non fatichereste a trovare molti altri iscritti. In bocca al lupo quindi e.... seguiteci sempre con immutato affetto. Mirko Medusa. ========================================================= ============== CIAK, MOTORE, AZIONE! Azione Omosessuale festeggia il suo coming out organizzando per il primo weekend di giugno Labirinti di Passioni, un'occasione per conoscerci meglio, divertirci, e, soprattutto stare insieme. Ecco cosa ne pensano gli organizzatori. VLADIMIR GUADAGNO, COORDINATORE NAZIONALE DI AZIONE OMOSESSUALE 1. Due parole su Vladimir Guadagno Ho 30 anni e una laurea in lettere, sono una persona libera che non si è mai fatta problemi rispetto alla propria omosessualità. Ritengo di essere una persona sensibile e ho una libido molto alta (siete tutti avvertiti!, N.d.R.), amo la buona musica e la buona cucina. 2. Che cosa ti aspetti da Labirinti di Passioni? Sarà un'occasione in cui si incontrerà molta gente e per parlare proprio di un argomento come l'incontro, quindi uniremo l'aspetto teorico e quello pratico di questa questione. Sarà soprattutto un luogo e un momento in cui scambiarsi delle idee, delle opinioni in assoluta libertà 3. Quali sono i prossimi progetti del "Mario Mieli"? Dalla metà di maggio è partita la nostra unità di strada, un camper con cui giriamo principalmente i luoghi all'aperto per dare informazioni e per fare azione di prevenzione. Inoltre, dal 17 giugno "Muccassassina" si sposterà in vacanza ad Ostia e tutti i sabati sera vi aspetta al Tibidabo. 4. Cosa riuscirà a diventare Azione Omosessuale? Senza dubbio qualcosa di molto grande: c'è molto entusiasmo da parte di tutti, c'è la voglia di incontrarsi sempre con idee nuove e soprattutto c'è tanta voglia di fare, di lavorare. Sono convinto che faremo parlare di noi; la gente sta reagendo bene al questionario che stiamo facendo un po' ovunque per dare un'idea di quello che sono gli omosessuali oggi. È importante che sia un'associazione gay a fare questo identikit, la gente interpellata risponde più sinceramente e ciò farà sì che ne vengano fuori dei dati reali e attendibili. 5. Vuoi dire qualcosa ai nostri lettori? Che sono fortunati...... la pazzia di InformaGay rasenta sempre la genialità. (Grazie!!, N.d.R.) PIERO PIROTTO, SEGRETARIO NAZIONALE DI AZIONE OMOSESSUALE Due parole su Piero Pirotto..... Sono un omosessuale di 24 anni che prova a tirare avanti alla meglio tra lo studio e il lavoro; mi piace lavorare con gli amici a progetti che possano dare una mano alla comunità omosessuale italiana. Che cosa ti aspetti da Labirinti? Soprattutto che ci si diverta e che si rifletta insieme. Spero che il lavoro che abbiamo fatto in questi mesi riesca bene e che non rimanga limitato a questa manifestazione, ma possa servire anche per il futuro. Mi auguro che Labirinti sia solo il primo di uno dei tanti momenti di riflessione, fatta in maniera un po' più originale del solito, che Azione Omosessuale organizzerà. O meglio, che mi piacerebbe che organizzasse. Che cosa può fare Azione Omosessuale per la comunità gay italiana? Senza dubbio, il fine primo è quello di difendere e promuovere i diritti degli omosessuali; Azione Omosessuale dovrebbe diventare uno spazio aperto tutti, a chiunque voglia offrire il proprio contributo, a chiunque abbia qualcosa da dire o da dare. Può diventare un'occasione per crescere insieme e per capire quali sono le cose che ancora ci mancano. Non dimentichiamo poi il bisogno di portare in maniera più capillare sul territorio l'esperienza associativa gay e lesbica: è nella carta costitutiva di Azione Omosessuale come uno degli abiettivi primari e nel quale penso tutti noi crediamo. In quale modo Azione Omosessuale la tua associazione? Dal mio punto di vista troppo..... (ride ignara, la Pepi, non sapendo che il lavoro che ha fatto fino ad ora non è niente in confronto a quello che dovrà fare in futuro; N.d.R.). InformaGay ospita la segreteria di Azione Omosessuale e la fatica di star dietro tutto è stata notevole; ciò che senz'altro ha portato più frutti è stato il confronto con le altre associazioni aderenti, con le loro diverse realtà e confrontarsi fa sempre bene. Mi sono anche reso conto che InformaGay è capace di lavorare bene su diverse cose, quindi abbiamo buone prospettive per il futuro. C'è qualcosa che vorresti dire ai lettori di InformaGay? Abbonatevi!!! Anzi, non solo. Rendeteci partecipi di cosa pensate del nostro lavoro, non solo di cosa pensate del giornale, ma anche di cosa ritenete che le nostre associazioni stiano facendo di bene, di male, e anche - e soprattutto - che cosa vi piacerebbe che facessero. MARCO SCALA, PRESIDENTE DI INFORMAGAY - TORINO 1. Dimmi qualcosa di te Ho appena compiuto 32 anni (auguri!, N.d.R.), lavoro come informatico e cerco di dividere equamente il mio tempo tra il sonno, il mio fidanzato e InformaGay 2. Cosa ti aspetti da Labirinti di Passioni? Prima di tutto che venga tanta gente; vorrei riuscire a parlare con tutti o quasi, confrontare con tutte queste persone le nostre idee, il nostro modo di vivere, di fare sesso, di stare insieme, di incontrarci. Spero sia un'occasione di crescita e di riflessione: ci sono molte che cose che ormai facciamo automaticamente o che diamo per scontate e questo potrebbe essere il momento giusto per fermarci e ripensare a noi stessi e alle nostre attività. Labirinti di Passioni sarà terreno fertile per un confronto, per vedere dove e come siamo diversi noi omosessuali, prima di tutto fra di noi e poi che cosa ci distingue dal resto del mondo 3. Che cos'ha in programma InformaGay? Stiamo lavorando ormai da tempo per tentare di coinvolgere più gente nelle nostre attività e iniziative e vorremmo che si trattasse di una crescita tanto quantitativa quanto qualitativa; abbiamo bisogno di persone che stiano con noi o attorno a noi in modo costruttivo (il messaggio è tutt'altro che subliminale...., N.d.R.). Partiremo anche noi con l'unità di strada che è stata battezzata Priscilla e poi vorrei sottolineare il lavoro che sta facendo il gruppo delle nostre ragazze che stanno diventando sempre più numerose e che ci offrono un costante terreno di confronto e di scambio (allora sei tu che rubi i rossetti!?!, N.d.R.) 4. Cosa pensi che manchi alla comunità omosessuale italiana? Purtroppo credo che manchi proprio il senso di comunità, di collaborazione; molto spesso le realtà locali rimangono tali, manca un riscontro più ampio. C'è ancora molto da fare e spero che Azione Omosessuale diventi, a livello nazionale, un luogo e un momento di arricchimento, di elaborazione di nuovi progetti e idee 5. Un messaggio ai lettori? Se siete venuti a Labirinti di Passioni spero di avervi conosciuti, in ogni caso fatevi vivi con le nostre associazioni se volete AGIRE con Azione Omosessuale! (spiritoso il nostro "Presi"!, N.d.R.) DEBORAH DI CAVE, PRESIDENTE DEL CIRCOLO DI CULTURA OMOSESSUALE MARIO MIELI - ROMA 1. Cosa diresti di Deborah Di Cave? Senz'altro che è una persona impegnatissima, troppo presa dal lavoro al circolo a tal punto che non riesco quasi più ad avere una vita mia! (come la capisco!, N.d.R.) 2. Cosa ti aspetti da Labirinti di Passioni? Mi aspetto che si parli di Azione Omosessuale, che le persone che vi parteciperanno escano con un'idea variegata e completa di cosa vuol dire oggi essere omosessuali; spero ne scaturiscano idee e proposte nuove , che diventi una piattaforma per elaborare dei progetti per il futuro. 3. In che misura Azione Omosessuale ha influenzato la vita del "Mario Mieli"? Di sicuro viaggiamo di più! La parte più costruttiva è senz'altro il confronto con le altre associazioni aderenti, con diversi modi di lavorare. Fino ad ora eravamo convinti di essere gli unici a fare le cose bene, adesso sappiamo che non è così: ci capita anche di provare dell'invidia per InformaGay (non posso crederci, N.d.R.) 4. Cosa c'è ancora da fare per la comunità omosessuale italiana? Molto! Di diritti, vivibilità e visibilità già si parla, anche se parlarne non basta. Credo che si dovrebbe dedicare un po' più di attenzione al nostro patrimonio culturale che non è fatto solo di diritti istituzionali, ma di cinema, arte, letteratura, cose che di fronte alla questione dei diritti sono passate un po' in secondo piano. 5. Un messaggio ai lettori? Buona lettura! FRANCESCO PIVETTA, PRESIDENTE DE IL TRAM DEI DEVIANTI - GENOVA 1. Cosa diresti di te? Ho 45 anni (portati con molta eleganza, N.d.R.), insegno e faccio il giornalista; il mio peggior vizio è che mi agito sempre tanto e per tutto, la mia miglior virtù è la voglia costante di migliorarmi. L'esperienza che mi tocca più da vicino è quella con Forum; ho sempre preferito stare CON le persone piuttosto che PER le persone, vorrei essere orecchi, occhi e bocca di tutti quelli che non possono sentire, vedere o parlare 2. Che cosa ti aspetti da Labirinti di Passioni? Spero che sia un momento di riflessione su temi come i diritti civili e sociali, su noi stessi; un argomento come l'incontro è sempre stato poco trattato e comunque è stato per lo più risolto in modo "sentimentale", noi saremo lì per ragionarci sopra, per considerarne tutti gli aspetti che di solito si trascurano, per approfondire e per discuterne, visto che nessuno di noi ha la verità in tasca. 3. Cosa può fare Azione Omosessuale per la comunità gay italiana? Azione Omosessuale significa innanzitutto che in Italia c'è molta gente che ha voglia di lavorare, persone che provengono da luoghi, abitudini e culture diverse e la diversità è costruttiva. Il movimento gay è in perenne movimento, in continua crescita e formazione e l'aspetto più notevole di Azione Omosessuale è che procede per progetti senza voler imporre delle linee di pensiero o di comportamento Il Tram dei Devianti può contare su poche forze, cerchiamo di intervenire dove possiamo e il nostro sogno h quello di creare una catena di solidarietà e di reciproco aiuto che corra per tutta l'Italia e Azione Omosessuale è il mezzo migliore. Penso che Azione dovrebbe anche mettere in piedi una rivista nazionale (quest'uomo ci ama!, N.d.R.) che riesca a dibattere sul serio, a dare voce al maggior numero di persone possibile, a dialogare a distanza 4. Quali sono i prossimi progetti dell'associazione? Il Tram dei Devianti è nato come agenzia e non come associazione (ops..., N.d.R.), procediamo per progetti trasversali collaborando con altri gruppi, come ad esempio la Lila o la comunità di San Benedetto. Uno dei frutti di queste collaborazioni è l'unità di strada che si occupa da tempo di prostituzione femminile e maschile tentando di fornire informazione e prevenzione distribuendo preservativi, siringhe, ma anche caffè caldo, panini e la disponibilità ad ascoltare le persone, i loro problemi, giuridici o personali che siano 5. Qualche parola per i lettori? Vorrei dire a tutti gli omosessuali che non bisogna temere niente e nessuno, che non bisogna permettere che ci venga detto cosa o come essere. Non dobbiamo nasconderci né tentare di essere quello che non siamo. CLAUDIO SPADONI, PRESIDENTE DI AUTOUT - FIRENZE 1. Chi è Claudio Spadoni? Sono un uomo di trent'anni che fa l'impiegato in banca, conduco un'esistenza normale, mi piace la vita associativa, mi diverto quando posso. 2. Cosa ti aspetti da Labirinti di Passioni? Sarà un grande momento di ritrovo; è quasi una specie di scommessa, una sorta di esperimento per metterci tutti alla prova. Sarà anche un modo per scambiarci delle idee, le nostre esperienze. Il nostro fattore comune sarà l'omosessualità, ma arriviamo tutti da esperienze e percorsi differenti, da realtà diverse sia per fattori culturali che geografici. 3. In che modo Azione Omosessuale ha influenzato la tua associazione? Non è molto che esistiamo, siamo nati quasi con Azione Omosessuale, la cui costituzione è stata per noi uno stimolo a crescere, ad organizzarci nonostante le difficoltà: a Firenze c'è una realtà un po' particolare, non esiste molto una cultura associativa legata all'omosessualità e quando è esistita è sempre stata, fino ad ora almeno, legata all'Arcigay. Stiamo comunque riscontrando interesse per ciò che stiamo facendo, anche se poi l'effettiva partecipazione della gente non è proporzionale all'entusiasmo che manifesta di primo acchito. 4. Quali sono i vostri prossimi progetti? Abbiamo presentato non molto tempo fa la nostra associazione e il primo passo che faremo sarà tentare di festeggiare come si deve il 28 giugno. Abbiamo la fortuna di avere la collaborazione di alcune istituzioni, soprattutto nella persona dell'Assessore alla Cultura di Prato, Luconi, che è anche direttore del Museo Pecci: si è dimostrato sensibile alle nostre proposte e iniziative e speriamo che non sia stata soltanto una strategia politica. 5. Qual è il compito più grosso che Azione Omosessuale dovrà assumersi? Azione Omosessuale deve continuare sulla linea che già sta seguendo, cioè lavorare senza schemi, demagogie o orpelli, concretamente. La comunità omosessuale italiana deve trovare stimoli per cementarsi al proprio interno e per uscire allo scoperto; rivendicare i propri diritti non vuol dire ghettizzarsi o chiudersi nell'intransigenza. Quello che dovrà fare Azione Omosessuale è urlare più forte degli altri 6. Un messaggio ai lettori? Spero di vedervi tutti a Labirinti di Passioni e spero vi venga la voglia e l'interesse di contattare le nostre associazioni ROBERTO BONFANTI, PRESIDENTE DI UMBRIAGAY - PERUGIA 1. Due parole su Roberto Bonfanti Ho 34 anni e mi occupo di cosmetici. Sono stato sposato per sette anni e ho un figlio adottivo che vive con me e che è la mia famiglia. Vivo in Umbria da sei anni, a Perugia, dove anni fa ho partecipato alla costituzione dell'Arcigay cittadina; poi ne sono uscito abbastanza deluso: all'inizio mi entusiasmava l'attività politica poi mi sono ritrovato da solo perché tutti gli altri pensavano ai cazzi loro, nel vero senso della parola 2. Cosa ti aspetti da Labirinti? Il confronto: è l'unica cosa necessaria se vogliamo crescere. Ci sarà gente da tutta Italia e il dialogo, si sa, è più produttivo se ha più voci. Il bello di Azione Omosessuale è che aperta alla discussione su tutti i fronti 3. Cosa può fare Azione Omosessuale per la comunità gay italiana? Molto. Al suo interno ci sono persone in gamba che stanno facendo un lavoro straordinario, che credono in quello che fanno. L'aggregazione omosessuale è stata molto spesso ripiegata su se stessa, bisogna cercare di aprirsi verso l'esterno e Azione lo sta facendo. 4. In che modo Azione ha influenzato la tua associazione? Azione è determinante per noi; sarebbe bello poter comparire di più in televisione e sui giornali a livello nazionale. Credo che l'Umbria sia una realtà piuttosto particolare, le cose qui cambieranno molto lentamente, ma l'atteggiamento delle persone nei miei confronti sta già migliorando: vedono come vivo e cominciano a rendersi conto che faccio una vita normale come tanti altri. 5. I futuri progetti della Pesca Divisa? In questo momento, sinceramente, mi sento un po' scoraggiato; a Perugia, ogni volta che ho proposto qualcosa ho trovato più appoggio dai miei amici etero che non dagli omosessuali. In Umbria l'omosessualità è sempre stata vissuta in modo molto sotterraneo, nascosto, ed è sempre difficile trovare qualcuno che abbia voglia di lavorare a dei progetti alla luce del sole. C'è comunque una differenza tra i gay della mia età e quelli più giovani: hanno, o si fanno, meno problemi a dichiararsi e spero che siano loro a darsi da fare un po' di più, che escano allo scoperto con più serenità di quanto abbiamo fatto noi. SIMONA PACE, DIRETTORE DI IN FORMA GAY Mi sarei sentita un po' cretina a farmi le domande da sola (della serie "me la canto e me la suono") e quindi ho preferito un monologo, sperando che non siate già stanchi dopo la lettura delle colonne precedenti. Come mi chiamo e cosa sono all'interno di InformaGay c'è scritto qui sopra; in più aggiungo che ho 26 anni e tanto entusiasmo per le cose che faccio insieme agli altri squilibrati dell'Informa. Su Labirinti è stato detto tutto quello che si poteva dire e credo anche che sia stato fatto tutto il possibile per far riuscire bene questa manifestazione. Spero in una presenza massiccia, ci sono tutte le premesse perché ne venga fuori qualcosa di buono; e questo qualcosa è prima di tutto la soddisfazione delle persone che vi avranno partecipato, soddisfazione che deriverà dal divertimento, dalla discussione, dalla serenità con cui verranno affrontati i vari argomenti; inoltre, la cornice romana sarà sicuramente di stimolo (io personalmente trovo difficile resistere al fascino della capitale). Spero che ci siano molte donne che abbiano, come me, la voglia e la disponibilità di mettersi in discussione, di confrontarsi con l'omosessualità in genere e con quella maschile in particolare, perché donne e uomini omosessuali hanno ancora un sacco di cose da imparare le une sugli altri. Labirinti sarà sicuramente un'esperienza da cui imparare e di cui fare tesoro per il futuro; rischio di essere banale (e io odio esserlo), ma gli amici che ho trovato nelle varie riunioni di Azione Omosessuale sono davvero dei tesori. Nel tentativo di far crescere questa federazione, cresciamo prima di tutto noi dal punto di vista umano. Mi auguro che Azione metta radici salde, che serva da punto di riferimento a tutti gli omosessuali che avranno voglia di avvicinarvisi. Buon divertimento e che la Forza sia con voi! ========================================================= ==============Marzo 1995: in Comune a Verona passa un progetto per favorire le coppie (etero, naturalmente) presentato da Elmo Padovani. Alcuni dei punti di questo progetto, che trovate qui sotto, insieme al volantino diffuso dalle Associazioni Cattoliche, hanno provocato l'immediata reazione del circolo omosessuale Pink di Verona, che ha diramato un S.O.S. a tutti i gruppi gay per impedire il proseguire delle idiozie di cui sotto. Queste pagine sono il reportage della manifestazione. InformaGay c'era. ATTO 1: IL BRUTTO «UN'ADEGUATA ISTRUZIONE» SUI CONTRACCETTIVI. NO ALLA RISOLUZIONE EUROPEA SULLE COPPIE GAY. E.C. l'Arena, 8/3/95 Che cos'ha di tanto «rivoluzionario», questo documento? Cosa prevede la «controriforma» sociale di Palazzo Barbieri? Ecco i passi salienti. Il documento parte da affermazioni di principio di etica per approdare a interventi e proposte concrete. IMMORALITÀ «Il programma dei corsi di educazione sessuale per giovani adulti sarà sempre attuato all'insegna di una pedagogia etica, la quale non dia spazio alla immoralità (divorzio, aborto, visti sempre come fallimenti da un punto di vista umano e morale). Dovrà risultare chiaro da questi che, divorzio e aborto anche se leciti secondo il diritto laico, rimangono sempre immorali secondo la morale; il divorzio, perché è scritto che l'uomo non può separare ciò che Dio ha unito (e il matrimonio è un sacramento), l'aborto perché tra i comandamenti c'è il quinto "Non uccidere" e quindi non si può, per nessuna ragione, sopprimere una vita». ANCORA SULL'ABORTO. «È importante una educazione al rifiuto della controcultura dell'aborto». COPPIE GAY. «Il Consiglio comunale deve approvare un ordine del giorno il quale rigetti l'immorale risoluzione del Parlamento europeo, fatta 1'8 febbraio '94, che riconosce alle coppie omosessuali il diritto al matrimonio e alle adozioni». LAVORO FEMMINILE. «In questa epoca post-industriale si è verificata una rivoluzione sociale che non poteva non incidere pesantemente sulla famiglia: l'entrata a pieno diritto della donna nel mercato del lavoro». FECONDAZIONE ARTIFICIALE. «Là dove ci sono difficoltà oggettive alla fecondazione, superabili senza scontrarsi con l'etica è doveroso creare centri ufficialmente riconosciuti, per rimuoverle e dare alla coppia la gioia di divenire genitori». CONTRACCEZIONE. «Occorre una adeguata istruzione sui temi della contraccezione, illustrando le basi di quella ormonale ma anche la validità dei metodi naturali, se applicati con cognizione di causa, scrupolo e convinzione». EDUCAZIONE SESSUALE. «Innanzitutto si devono programmare interventi sugli individui a fasce di età diverse, dalle scuole elementari al mondo degli adulti, non esclusi gli sposati. Stato, Regione, Comune hanno il dovere di farsi carico dell'obbligatorietà dell'educazione sessuale». Beccatevi il testo del volantino diffuso dalle Associazioni cattoliche di Verona UNA GRANDE INIZIATIVA IN DIFESA DELLA MORALE NATURALE E CATTOLICA L'8 febbraio 1994 verrà sicuramente ricordata come una delle date più buie per l'Europa: il Parlamento europeo approvava infatti una risoluzione che raccomandava agli Stati della Comunità di riconoscere, nelle proprie legislazioni la cosiddetta parità di diritti sessuali e familiari agli omosessuali e in particolare il diritto al matrimonio gay e all'adozione di minori. Questa data resterà nella storia dell'Europa come la data della vergogna: la data in cui si è dato riconoscimento pubblico ad un peccato contro natura (fra i più gravi che gridano vendetta al cospetto di Dio). E la vergogna aumenta se si pensa che ciò è avvenuto nell'Europa che fu culla della fede cristiana e da parte del massimo organo di rappresentanza politica. In prima linea, come sempre, quando c'è da danneggiare la famiglia, le forze della sinistra che da tempo vanno cianciando che non esiste un unico tipo di famiglia (eterosessuale e fondata sul matrimonio), ma molte unioni: irregolari. pedofile ecc... Di questo passo sarà più facile che sia considerata famiglia, dai guru socialcomunisti e radicali, quella retta sul peccato di bestialità, fra una persona ed un animale, che non l'unione coniugale stabile, benedetta da Dio e riconosciuta da istituzioni politiche rispettose della natura, in cui un uomo ed una donna divengono padre e madre. Quanto accaduto a Strasburgo è di enorme gravità, e una pubblica offesa a Dio e al tempo stesso un espresso rifiuto dell'ordine morale naturale e cristiano. Le conseguenze non tarderanno a manifestarsi nell'ordine morale e sociale e ricadranno su tutti coloro che attivamente o con le loro omissioni hanno contribuito alla legalizzazione del perverso vizio omonimo. Per riparare a tutto ciò l'associazione Famiglia e Civiltà oltre a chiedere le preghiere di tutti i buoni cattolici, si farà promotrice assieme ad altre associazioni e gruppi di tutta Italia, di una vasta campagna di raccolta firme per chiedere al Parlamento italiano e a quello europeo l'annullamento dell'indegna risoluzione. La battaglia che siamo chiamati a combattere è, per noi e per i nostri figli, importantissima: si tratta di difendere la famiglia naturale e legittima, la morale naturale, le radici cristiane dell'Italia e dell'Europa. È quindi necessario il massimo impegno da parte di tutti i cattolici che vogliano essere coerenti con la loro fede. Le firme raccolte dovranno essere tante, per poter esercitare una forte pressione sui parlamentari e sull'opinione pubblica, così da consentire la revoca della suddetta risoluzione o, comunque, un pronunciamento in direzione opposta da parte delle autorità dello Stato. È fondamentale invertire l'attuale tendenza al degrado morale e civile: servono a poco le lagnanze generiche e fiacche, che durano lo spazio di una giornata e a cui poi non seguono iniziative concrete di reazione. Restare nel proprio torpore, nel proprio privato, sarebbe una grave omissione e permetterebbe al nemico di condurre ancora più a fondo la sua opera di distruzione e di sovversione. L'acquiescenza al male non deve, non può essere la divisa del cattolico odierno: anzi egli deve lottare con la consapevolezza che, oltre alle sue povere forze, può contare sull'aiuto di Dio, dei Santi e della Madre Celeste e che con questi ausili non ha certo da temere sconfitte. Ma se vogliano che l'Europa e l'Italia, in particolare, continuino ad essere un esempio di vera civiltà, allora dobbiamo mobilitarci per opporci con forza al relativismo morale, del quale la risoluzione pro omosessuali del Parlamento Europeo rappresenta sicuramente l'apice. Contro gli scandalizzatori della famiglia e dei nostri figli, possano dire tutte le madri e tutti i padri, comparendo al cospetto di Dio : "Ecco io ho combattuto la buona battaglia e non ho perduto nessuno di coloro che Tu mi affidasti". ......................................................... ......................................................... .......................................... ATTO 2: IL BUONO STRASBURGO È LONTANA. GAY IN PIAZZA A VERONA Sotto il municipio inizia la battaglia al documento del pattista Padovani, passato in commissione comunale, contro la risoluzione sulle coppie omosessuali il manifesto, 14/5/95 Raffaele Crocco Una battaglia d'altri tempi? Altrove, forse, non nella «cattolicissima» Verona, che della famiglia tradizionale vuole diventare paladina europea, in barba a tutti i parlamenti. Città unica, quella scaligera, capace di far passare in commissione di consiglio comunale un documento firmato dal professor Elmo Padovani, del Patto Segni, che rigetta in toto la risoluzione del Parlamento europeo sulla legalizzazione delle coppie omosessuali e bolla come delitti inconcepibili aborto e divorzio. E a combattere una proposta che sembra estratta dal cilindro di un prestigiatore del ventennio, ci hanno pensato, in attesa che la sinistra faccia la guerra in consiglio comunale, proprio i gay e le lesbiche che ieri si sono dati appuntamento di fronte a palazzo Barbieri, sede del municipio, per protestare contro Padovani e chi appoggia lo scritto. Verona si dichiara contro la libera unione dei gay? Allora, nella città «incriminata», i rappresentanti delle associazioni omosessuali di Perugia, Trento, Bergamo, Torino, Milano, Piacenza e altri si sono incontrati per ribadire che loro esistono e con i medesimi diritti degli altri. Sarà, quella iniziata ieri sui gradini del municipio scaligero, una battaglia lunga. L'Arcigay può contare sull'appoggio dichiarato dei partiti della sinistra e del sindacato. Elmo Padovani sull'alleanza incondizionata degli integralisti cattolici, che hanno già raccolto quindicimila firme contro la risoluzione di Strasburgo e che anche ieri erano in piazza a volantinare. A complicare non poco le cose e a rendere quanto meno nebuloso il panorama politico attorno alla vicenda è il gioco delle alleanze che governa la città. Padovani, con il Patto, è legato alla sinistra, in opposizione alla giunta guidata dalla forzista Michela Sironi e formata anche da uomini di Lega Nord e An. E proprio da queste formazioni sono arrivate ieri le prime sorprese. In mattinata una delegazione dell'Arcigay, con il consigliere comunale di Milano, Paolo Hutter a dare man forte, è stata ricevuta da tre rappresentanti del consiglio comunale: Luigi Pisa, del Ccd-Forza Italia, Roberto Gianfreda, leghista e Roberto Cestaro, di An. Tutti e tre, spiega Zeno Menegazzi, responsabile di Arcigay a Verona, si sono dichiarati «contrari al documento di Padovani, hanno detto che in consiglio non lo voteranno. Per noi è positivo, anche se dobbiamo vedere se davvero, al momento del voto, diranno no». La destra veronese, insomma, sembra aprire ai gay, forse per spezzare il fronte dell'opposizione di centro- sinistra, forse per evitare che Verona conquisti la ribalta diventando l'unica città europea a respingere la risoluzione di Strasburgo. Sia come sia, Palmarino Zoccatelli, presidente di «Famiglia e Civiltà», l'associazione tradizionalista cattolica impegnata nel controvolantinaggio, sembra non gradire la prospettiva di un voto del genere da parte di An e Forza Italia, diventati referenti usuali per il gruppo. «Se davvero accadrà —promette— denunceremo pubblicamente tutti i consiglieri che hanno bocciato il documento di Padovani. Noi, intanto, continueremo la nostra campagna contro la risoluzione di Strasburgo, inserendoci in un contesto nazionale». Padovani, dal canto suo insiste. «Voglio difendere la famiglia per come è sempre stata», dice e intanto guarda i ragazzi che dalla piazza, bandiere e megafoni in mano, lo prendono in giro. ......................................................... ......................................................... .......................................... Manifestazione di protesta davanti a Palazzo Barbieri: «Documento integralista» GAY E LESBICHE A MUSO DURO «Il Piano Famiglia di Padovani ci discrimina» di S.A. La Cronaca di Verona e Provincia 14/5/95 «Contestiamo apertamente il documento presentato da Elmo Padovani, che nella sua scelta dimostra essere nei nostri confronti, assai discriminatorio e di chiara matrice integralista». Ha sfogato così la sua rabbia Roberto Aire, portavoce del Comitato 28 giugno, nella conferenza organizzata in sala Arazzi, che prevedeva appunto la discussione del documento «incriminato», (vedi articolo in basso) e alla quale hanno partecipato anche il presidente dell'Arci Gay Giancarlo Milani, la segretaria nazionale dell'Arci Gay-Arcilesbica Elena Biagini, i consiglieri comunali di Forza Italia Pisa e Cestaro di Alleanza Nazionale, oltre al consigliere comunale di Milano Paolo Hutter. Tutti quanti hanno dato vita ieri pomeriggio a una manifestazione di protesta davanti a Palazzo Barbieri. Aire ha poi elencato i progetti futuri dell'Arci: «Vogliamo assolutamente sensibilizzare i consiglieri, in quanto la scelta fatta da Padovani non pone possibilità di dialogo. Questo documento rappresenta un attacco diretto agli omosessuali e all'autodeterminazione della donna, limita fortemente i diritti della donna lavoratrice e propone un'educazione sessuale ed una informazione sui metodi contraccettivi ispirata esclusivamente alla morale cattolica». «Il documento presentato in Quinta Commissione —continua sempre Aire— oltre che da Padovani del Patto Segni, è stato approvato da Lucia Baiona di An, Grasso della Lega, che è anche esponente dell'associazione cattolica integralista Principe Eugenio e Rossi sempre della Lega. Hanno votato contro Zerbato del Pds, Spiazzi del Ppi, Fantoni di Forza Italia e Butturini sempre del Ppi, che ha però presentato a sua volta un documento che tratta la risoluzione di Strasburgo allo stesso modo». «Ci preoccupano poi anche gli stanziamenti per questo progetto —ha proseguito Aire— la cifra si aggira attorno al miliardo e quattrocento milioni e temiamo che, visto che ad appoggiare il documento ci sono le Associazioni Cattoliche Integraliste, i soldi stanziati vadano anche nelle loro casse. Per questo proponiamo una destinazione più trasparente dei finanziamenti ad uso pubblico». L'Arcigay chiede inoltre un'intensificazione degli incontri con i consiglieri per affrontare in modo più costruttivo la «grande ignoranza» che esiste attorno al mondo degli omosessuali. «Vorremmo poter partecipare alla stesura di un prossimo documento —ha concluso Aire— in modo da presentare in Commissione anche le nostre istanze». Il consigliere Pisa ha poi rassicurato le associazioni sottolineando che quando sarà presentato in Consiglio, il documento di Padovani troverà una forte opposizione. (s.a.) IL TESTO Il documento riguardante il piano famiglia firmato dal professor Elmo Padovani, approvato dalla quinta commissione Affari sociali e famiglia, afferma che «la famiglia, patrimonio sacro dell'umanità, rappresenta il massimo valore nel quale l'uomo e la donna, uniti in matrimonio, realizzano una comunione di persone fondata sull'amore gratuito, disinteressato e generoso, che si prolunga nell'amore per i figli». Inoltre, Padovani chiede che il Consiglio comunale approvi un ordine del giorno che «rigetti l'immorale risoluzione del Parlamento Europeo, fatta l'8 febbraio '94, che riconosce alle coppie omosessuali il diritto al matrimonio e alle adozioni». ......................................................... ......................................................... .......................................... Proteste contro il Comune che vieta l'unione tra gli omosessuali VERONA: ALTARE PROIBITO AI GAY. E LORO SCENDONO IN PIAZZA di A. Scu. l'indipendente 14/5/95 VERONA. La città scaligera ha un primato: è l'unica città d'Italia in cui è stato accolto da una commissione del consiglio comunale un atto di guerra contro i matrimoni gay. A firmarlo, uno degli intellettuali cittadini più vicini agli integralisti cattolici che vanno per la maggiore nella città scaligera, il professor Elmo Padovani, del Patto Segni, il quale ha bocciato la Risoluzione del Parlamento Europeo sulla legalizzazione delle coppie gay e ha calato una mannaia in carta bollata su «delitti inconcepibili come aborto e divorzio». Il gesto di Padovani non è rimasto nel silenzio del palazzo. Ieri è stato il giorno della controffensiva. Omosessuali e lesbiche dell'Arcigay arrivati da tutta Italia si sono ritrovati di fronte a Palazzo Barbieri, sede dell'Amministrazione Comunale. Erano un centinaio a protestare contro Padovani e chi lo appoggia e a chiedere la convocazione di un consiglio comunale che discuta l'argomento. Gli omosessuali nella loro battaglia possono contare sull'appoggio dichiarato dei partiti della sinistra e del sindacato. Padovani invece ha dalla sua gli integralisti cattolici, che hanno già raccolto quindicimila firme contro la Risoluzione di Strasburgo e che anche ieri erano in piazza per distribuire volantini. In mattinata, una delegazione dell'Arcigay guidata dal consigliere comunale di Milano Paolo Hutter, è stata ricevuta da tre rappresentanti del consiglio comunale, alleati a sorpresa dei gay: Luigi Pisa del Ccd-Forza Italia, Roberto Gianfreda, leghista e Roberto Cestaro, di An, tutti contrari al documenti di Padovani contro cui voteranno in Consiglio. ......................................................... ......................................................... .......................................... Chiede "aiuto" L'ARCIGAY SOLLECITA IL COMUNE di V.Z. il Nuovo Veronese, 14/5/95 Un incontro in mattinata con il consigliere Roberto Gianfreda, presidente della 5 commissione affari sociali e con i colleghi Luigi Pisa e Luca Cestaro. E nel pomeriggio un sit in di protesta e sensibilizzazione davanti alla scalinata di Palazzo Barbieri. Così l'Arcigay-Arcilesbica di Verona ha risposto al documento del consigliere Elmo Padovani del Patto Segni, che chiede al consiglio comunale di votare un ordine del giorno per «rigettare l'immorale risoluzione del parlamento europeo di Strasburgo dell'8 febbraio '94, che riconosce alle coppie omosessuali il diritto alle adozioni ed al matrimonio». «Abbiamo chiesto che questo documento non venga assolutamente approvato dal consiglio», spiegano i responsabili del movimento, armati di striscioni e fischietti. A dare il proprio appoggio ai rappresentanti dell'Arci veronesi c'erano anche i colleghi di Perugia, Torino, Bergamo, Firenze, Trento e Bologna. «Verona sarebbe la prima città ad approvare un documento del genere», spiega Paolo Hutter, consigliere milanese, che per primo ha ufficializzato con tanto di cerimonia, le unioni tra omosessuali nel capoluogo lombardo. In questi giorni partirà anche una raccolta di firme per tutelare i diritti dei «diversi». «Allestiremo bancarelle nei week end, in città. Si può aderire firmando anche alle sedi di Arcinova, di Rifondazione, del Pds, dell'Arcigay, oltre che all'ingresso del Palasport, per lo spettacolo di Beppe Grillo» concludono. (v.z.) ......................................................... ......................................................... .......................................... VOGLIO VIVERE IN UNO STATO LAICO di Marco Scala Sì, ho controllato sulla carta d'identità e sono ancora di nazionalità italiana. Ho provato a chiedere ad amici più aggiornati di me (io seguo poco giornali e tivù) e mi hanno confermato che non è stata cambiata la costituzione. Ho tirato quindi un sospiro di sollievo: l'Italia è ancora uno stato laico ed aconfessionale. Ma allora perché mai Italia il pensiero cattolico deve continuare a condizionare la vita di più di cinquanta milioni di persone? Perché deve esistere un comitato di farmacisti cattolici che mi deve impedire di comprare preservativi solo perché loro sono contrari al sesso non finalizzato alla riproduzione della specie? Perché devo tollerare che si vieti di parlare di sessualità, di prevenzione dell'Aids nelle scuole perché si viene a ferire la «sensibilità cattolica»? E i cattolici non si preoccupano del fatto che, senza preservativi e senza una chiara ed esplicita informazione, di Aids si muore? Nessuno obbliga i cattolici a tenere un comportamento contrario al loro credo: se non vogliono compiere «atti impuri» non lo facciano, ma non obblighino gli altri ad attenersi ai loro costumi. Voglio vivere in uno stato laico, tollerante, che si preoccupi sì del rispetto delle idee di tutti, ma che abbia come primo obiettivo la salvaguardia della salute e della vita dei cittadini. ......................................................... ......................................................... .......................................... ATTO 3: IL CATTIVO Ma non è finita qui. Per concludere, eccovi una lista dei più interessanti messaggi con i quali le Associazioni Cattoliche hanno intasato la segreteria telefonica del Circolo Arcigay-Arcilesbica Pink di Verona, dopo la manifestazione. Come sempre, all'insegna della tolleranza, del rispetto e del cristiano amore per il prossimo, di cui sono portavoci. Amen. «Una pioggia di fuoco cancellò Sodoma e Gomorra! Dio vi punirà!» (ripetuto 10 volte) «E Dio creò l'uomo e la donna» (ripetuto 10 volte) «Satana non passerà sulla Cattedrale di San Zeno!». «Fermeremo l'abominio contronatura: non riuscirete ad offendere Dio!». «Ave, O Maria, piena di grazia...» (ripetuta tutta per 2 volte) «Padre Nostro, che sei nei cieli...» (ripetuta tutta per 3 volte) ========================================================= ============== DIRITTI CON-CESSI... Bisognerà inventare un premio per celebrare il grande rispetto dell'uomo che questi due giornalisti hanno dimostrato di avere. Nessuno dei due si firma, cosa vorrà dire? Che peccano un po' di viltà? Repubblica metteva le iniziali dei nomi e noi le abbiamo asteriscate; Stampa metteva i nomi per esteso e noi abbiamo steso un velo pietoso. in piazza san carlo: otto denunciati per atti osceni SESSO NEI BAGNI PUBBLICI la repubblica, 12/5/95 Un aspirante attore, un agente di polizia carceraria, uno studente, un vetrinista, un operaio e tre disoccupati. Sono gli otto personaggi sorpresi dagli agenti della Sezione Buoncostume della Mobile in atteggiamenti inequivocabili nei bagni pubblici di piazza San Carlo. All'origine del blitz della Buoncostume, le numerose telefonate di cittadini scandalizzati al 113, che segnalavano strani incontri nelle toilettes, denunciando la presenza di minorenni. Gli agenti hanno sorpreso **, 29 anni, attore e modello, **, 26 anni, guardia carceraria, **, 23 anni, studente, **, 40 anni, vetrinista, **, 23 anni, operaio, e i disoccupati **, 30 anni, **, 33 anni, e **, 34 anni, e li hanno denunciati per atti osceni in luogo pubblico. ......................................................... ......................................................... .......................................... Otto denunce ATTI OSCENI AI BAGNI PUBBLICI la stampa, 12/5/95 Li hanno sorpresi nei bagni pubblici della centrale piaza San Carlo, l'accusa è atti osceni in luogo pubblico. Nel rapporto inviato alla magistratura gli agenti della buon costume raccontano quegli «atti». Ed è storia di frettolosi incontri e rapporti tra uomini. Otto le persone denunciate. Tra di loro una guardia carceraria, un attore-fotomodello, un vetrinista, due studenti universitari. Ma dietro all'inchiesta c'è l'ombra di un turpe commercio di ragazzi di 15-16 anni che si prostituirebbero in quei bagni. Francesco De Cicco, capo della buon costume, racconta di segnalazioni giunte in questura: «Parlavano di ragazzi che si appartavano in quei locali, al fondo di una scaletta, pochi metri sotto il livello della piazza». Gli agenti nei giorni scorsi hanno sorpreso otto persone in flagranza di reato. Tecniche diverse per incontrarsi, ma i più si davano appuntamento sotto i portici, davanti a bar e negozi. «Durante i servizi abbiamo visto alcuni minori, 14-15 anni. Ma non abbiamo raccolto prove che confermassero il loro coinvolgimento nella nostra inchiesta» dicono in questura. Otto le persone denunciate, a piede libero: **, 23 **, di 26; **, di 40; **, di 30; **, di 33, **, di 29 **, di 23, e **, di 34. ......................................................... ......................................................... .......................................... ... E DOVERI DI CRONACA. Complimenti per l'efficienza! Siamo contenti di sapere che i solerti agenti della buon costume hanno passato chissà quanto tempo appostati e pedinare persone maggiorenni e consenzienti che si sono appartate nei bagni pubblici di Piazza S.Carlo! Evidentemente non esistono problemi di ordine pubblico più gravi in città. Ma il "Premio Solerzia" va senza dubbio ai giornalisti e allo zelo con cui informano i cittadini, sicuramente bramosi di conoscere nome, cognome, età e professione dei "depravati delinquenti". E questo cos'è: "dovere" di cronaca? Peccato che non siano altrettanto solerti nel riportare altri aspetti della vita delle persone omosessuali. Probabilmente, se non c'è qualche "turpe commercio di minori", gli omosessuali e le loro attività non interessano: quanti giornalisti erano presenti alla conferenza stampa di presentazione della raccolta nazionale di firme per il riconoscimento delle unioni civili? Ve lo diciamo noi: nessuno! La prossima volta, per guadagnarci il "diritto" di cronaca, organizzeremo qualche "turpe commercio" di contorno. InformaGay - Torino ========================================================= ============== INTERVISTA IN FALSETTO IL CAVALIERE ALLE BERLUSCONIADI di Mirko Medusa INTERVISTE IN FALSETTO IL CAVALIERE ALLE BERLUSCONIADI. Confesso di sentirmi turbato da un certo nervosismo mentre, sul treno che mi porta ad Arcore, ripasso le domande che fra poco meno di un'ora dovrò sottoporre alla commissione censura del Cavalier Silvio Berlusconi. Onorevole? Disonorevole? Per il momento so per certo che, quando arriverò di fronte al cancello della sua villetta bifamiliare, dovrò attenermi alle istruzioni consegnatemi in busta chiusa da Mike Bongiorno (la uno, la due o la tre, eh?) e citofonare a Samantha. So anche che mi verrà chiesta la parola d'ordine e che a domanda "finché la barca va" dovrò rispondere "lasciala andare". Stronzate! Mi sistemo alla meglio l'abito blu, che in verità puzza un po' di naftalina, e la cravatta a pallini bianchi su fondo blu (abbigliamento indispensabile per essere accolto in casa "Samantha", la Berlusca che canta); faccio due o tre gargarismi con il tantum blu brevettato apposta per gli adepti forzitaliani (quello verde a loro avviso faceva troppo radical-chic), ripasso la stretta di mano con il mio dirimpettaio nello scompartimento (uno scoppiato che da un momento all'altro, conoscendo la mia destinazione, potrebbe chiedermi un milione di posti di lavoro) e, nascondendo male il mio imbarazzo, mi tocco regolarmente le palle: non vorrei mai ci fosse anche Emilio Fede che, a differenza di Michael Jackson, sta facendo di tutto per perdere i capelli e diventare color polloallospiedo. Giunto finalmente davanti alla villetta, suono il campanello e subito nell'aria si diffonde una musichetta che fa "...e forza italiaaa...". Il maestro Augusto Martelli ne è molto fiero, tanto fiero che ogni volta che la sente non fa che ripetere "doveva cantarla Toto Cutugno ma poi ho pensato che era troppo patriottica persino per lui". Mi viene ad aprire correndo, come si corre al rallenty in una scena di un qualsiasi film del (si può dire cazzo?) cavolo, una valchiria dai lunghi capelli biondi che risponde al nome di Veronica (non ricordo se Salvia o Lauro.... Lario?) Lario e che pare sia la moglie di Berlusca (che "Lusca" potrebbe essere la marca di una bibita.... "Ber Lusca l'è mej che ber Pepsa"). Vengo fatto accomodare su un robo elettrico con cui raggiungerò, dopo un'ora e quarantotto minuti, il portone della villa. "Se avesse preso l'aereo avrebbe potuto parcheggiarlo nel parco laggiù" dice la signora in giallo, alias "la moglie di Samantha", alias la Rosmarina, alias Veronica, porgendomi un cannocchiale. Il portone viene aperto da un tale, ex-giornalista, ex- politico, ex-grasso (adesso "è" il portone), tal Giuliano Ferrara chiamato amorevolmente "la barriera corallina" per via della sua vastità (credo non certo per il suo valore). Barry (così viene chiamato ancor più amorevolmente) mi comunica che il Cavaliere è molto occupato ma che non appena si sfornerà, scenderà e mi concederà otto minuti e trentasette secondi di udienza, comunque non prima della pubblicità. Una condizione che dovrò rispettare, sarà quella di corrergli dietro perché non può assolutamente interrompere gli allenamenti per le Berlusconiadi, come le ha ribattezzate da quando le ha comprate (le Olimpiadi - n.d.a.), a cui parteciperà nella specialità del Tentatlon (e non si tratta di un errore di stampa ma di una nuova disciplina inventata dai solidali ex- democristiani ed ex-socialisti) che ha trovato in Cavalier Silvio un validissimo atleta. Finalmente vedo spuntare al fondo del salone un puntino blu e marrone che presumo sia il nostro miracolista recidivo, per il fatto che al suo passaggio un milione di persone accorse per l'occasione e ospiti a Villa Samantha, si prostrano e, battendo i palmi delle mani sul pavimento di marmo di Carrara, fanno un casino bestiale. Inforco il cannocchiale di cui ho usufruito poco fa per sbalordirmi con la pista d'atterraggio nel parco e constato che sì, è proprio lui : maglioncino blu, bermuda blu e cravatta a pallini bianchi su fondo blu (e che cosa ci azzecchi una cravatta lì sopra, proprio non saprei spiegarvelo). Da dietro una tenda del salone spunta un essere viscido e repellente che mi incita a prepararmi al riscaldamento per la corsa. Indossa una guepiere di pizzo fucsia, un paio di autoreggenti blu a pallini bianchi e un cappello in paglia blu a larghe falde. E dire che l'ultima volta che l'avevo visto al TG 4 mi sembrava meno ributtante. E' proprio vero che il trucco fa miracoli (escludendo solo il trucco-Berlusconi). L'Emilio "Pon-Pon" Fidofede comincia a scatenarsi in un balletto propiziatorio agitando due bandierine forzitaliote e declamando versi che sicuramente sono stati scritti da Marta Flavi e recitano più o meno così: "Uno, due, tre e quattro, il Silvietto va all'attacco; cinque, sei, sette e otto, bello sia sopra che sotto....", eccetera eccetera. "Cinque secondi all'aggancio, quattro, tre, due, via" dice il Fede invitandomi a partire... Parto. Mirko Medusa: Cavaliere, dicono che la recente perdita di voti alle regionali abbia avuto su di lei un effetto positivo considerato che ha deciso di intraprendere un'altra attività. Silvio "Samantha" Berlusconi: Più che positivo, un effetto lassativo considerate tutte le stronzate che sono stato in grado di sparare.... Emiliooo, questa scrivila che mi sembra buona. MM Nel corso di una conferenza stampa lei ha sostenuto che vuole ritirarsi dalla politica definitivamente perché gli italiani non la meritano più. Che cosa dice in proposito? SB Smentisco. MM Che cosa smentisce: che si ritira definitivamente o che gli italiani non la meritano più? SB Com'era la domanda? MM Lasciamo stare. A proposito degli omosessuali, il suo partito ha deciso di votare contro le direttive del Parlamento europeo a proposito della convenzione di Strasburgo sui diritti civili delle coppie di fatto. Continua ad essere questa la vostra linea politica? SB Strasburgo ha detto? E dov'è? MM Va bene, lasciamo perdere la geografia ma gradirei, e i nostri lettori, credo soprattutto quelli che hanno votato per lei, gradirebbero conoscere la sua posizione a proposito degli omosessuali. Cosa mi risponde? SB Per posizione intende qualcosa come "alla pecorina"? MM A dire il vero pensavo a qualcosa di più ... SB Alla "Ombretta"...? MM Non mi dica che la Colli ha inventato una nuova posizione! SB Uuunaaa? Ma allora lei non lo sa che "col preservativo Ber-Sil, fotter è si plus facile". MM No, mi scusi, rientriamo nei canoni. Intendevo conoscere il suo pensiero a proposito dei diritti degli omosessuali. SB Guardi, sono in linea col pensiero di mia moglie che mangia le caramelle "Victorsconi respira anche morto" e che sostiene che gli uomini così, come ha detto che si dice, omisexuali, sono i migliori amici dei parrucchieri e dato che la Veronica frequenta molti parrucchieri, ha molti amici ominidisessuali. MM C'è qualche programma che riguarda gli omosessuali nel suo .... SB Guardi, su Italia 1 mandiamo in onda Melrose Place e lì un, come lo chiama lei uomosessuale, c'è. Su Canale 5 manderemo in onda "Tutti gli uomini del President Reserve Riccasconi" (scusi, ho un momento di confusione). MM S'immagini, ma in realtà volevo sapere qualcosa a proposito della vostra linea politica: ha in mente qualche progetto che riguardi noi omosessuali in particolar modo? SB Certo che ce l'ho! Un progetto grandioso, così com'è grande il prosciutto Berlubello, il prosciutto magro e snello. Dicevo del progetto : guardi, sto facendo costruire un grandissimo complesso che conterrà appartamenti, villette a schiera, boutiques (dice proprio "boutiques" - n.d.a.), supermercatone-one-one, solarium, cinque cinema, otto discoteche, televisione e giornali locali, parchi, piscine, palestre, scuole, edicole, librerie e persino un'agenzia matrimoniale gestita da un parente di Marta Flavi. Vedrà, sarà una meraviglia, sarà tutta per voi e soprattutto sarà in pieno centro. MM A dire la verità m'interessava sapere qualcosa di più politico e tuttavia quello che mi dice è meraviglioso! Ma il centro di Milano mi sembra sia già costruito sufficientemente. Non mi dica che abbatterete case o monumenti? SB Macché centro di Milano, ... al mare! Trasformeremo il carcere di Pianosa in un'oasi.... Una bella isoletta! MM Un posto per le vacanze quindi. SB Macché posto per le vacanze! Un posto per la vita! Vedrà, presto anche lei riceverà il suo bell'invitino su carta "Cartafive", la carta ultrafine su cui la stilo non sbava mai. MM Una specie di esilio quindi... SB Ma che parolone! Non sarà mica un esilio quello lì! E' solo che non vogliamo intasare i parrucchieri! MM Vedo che si sta preparando con molta applicazione alle Olimpiadi, cioé, alle Berlusconiadi. La sua specialità in che cosa consiste? SB Il Tentatlon è una disciplina molto impegnativa ma offre molteplici possibilità. Vedrà che vinco anche stavolta. Ne sono certo perché all'ultimo momento Bettino ha deciso di non partecipare e mi ha insegnato un sacco di belle cose. Gli sono stato, gli sono e gli sarò molto riconoscente. E poi non posso perdere con ai piedi le "Badidasconi, le sportive per gli uomini che non si vergognano di chiedere sempre" e adesso scusi ma il suo tempo è scaduto; se avesse anche lei un cronografo "Berlora" se ne sarebbe accorto. MM Un'ultima domanda breve breve : cosa c'è di vero nella notizia a proposito di un suo eventuale acquisto della Stet? SB Quel giornalista non ha capito niente! E poi non sono mica stato io a dirglielo ma Lino Banfi che, in attesa di altra occupazione, si traveste e cura alcune interviste per conto mio, anche se a volte l'accento lo frega. In effetti non è la Stet che voglio comprare ma LO Stet, come dice il Lino. MM ...in poche parole vuole comperarsi tutto lo Stato. SB Già, lo "stato" è roba vecchia, lo trasformerò in un "sarà". Svenuto, in seguito a questa profonda dichiarazione, mi risveglio in una cantina buia legato a enormi catene. Cerco di guardare i volti delle persone (credo siano persone) che intorno a me si lamentano e, poco a poco, riesco a metterli a fuoco. Mi fa specie di vedere che tra i "lamentosi" ci sia l'ex-onorevole Bettino Craxi che tutti credevamo si fosse rifugiato in quel di Hammamet e invece è qui, ignudo, denutrito, lercio e miope (gli hanno tolto persino gli occhiali). Poi scorgo Vittorio Sgorbio (o è Sgarbi) intento a riempirsi voracemente la bocca con Letta beatitudine e mi spiego perché alla fine lui spara tante carinerie mentre invece quell'altro ha sempre un'espressione che sembra stia a significare : "come me lo succhi tu ...". Naturalmente vorrete mica che in questo surrogato di Inferno manchino le ziette di Silvio che, e non hanno torto, chiamano Silvietto il loro nipotino. Sono irriconoscibili nelle loro guepieres sado-maso, ma sono proprio loro: le suorine! Meno male che alle sette e mezza, puntuale come sempre, suona la sveglia. Mi alzo, accendo nell'ordine una sigaretta, la macchina del caffé e la tivù da dove le notine di Forza Italia escono diffondendosi per la cucina. L'incubo evidentemente non è ancora finito. Mirko Medusa ========================================================= ============== L'indagine sociologica, commissionata dall'Università Cattolica, è stata illustrata alla presenza di Ruini SESSO, PREGHIERE & ALDILÀ Roma crede a modo suo e diserta il confessionale e di quanto indicato da Wojtyla, i romani accettano serenamente il divorzio, i rapporti prematrimoniali, la masturbazione. E abolirebbero il celibato per i preti. di Marco Politi la repubblica, 9/5/95 ROMA - Comincia dopo il sagrato di San Pietro il nuovo cattolicesimo con cui Giovanni Paolo II deve fare i conti. Una ricerca molto seria, svolta dal sociologo Franco Garelli, rivela che nella diocesi del papa non solo prosegue il calo della pratica religiosa, ma soprattutto accade che i fedeli seguano un codice di valori spesso distinte dalle indicazioni del pontefice. Garelli ha svolto per conto dell'Università Cattolica un'indagine sulla fede in Italia, che sarà presto pubblicati. Ieri, ad un convegno promosso dal cardinal Vicario Ruini, ha presentato in Laterano un campione dedicato a Roma. I dati sulla pratica religiosa confermano una tendenza di lungo periodo. Soltanto il 23 per cento frequenta regolarmente i riti, ma non tutti si accostano con eguale regolarità ai sacramenti. Prendono la comunione settimanalmente il 12 per cento dei romani. Devastante è anche il quadro riguardante le confessioni. Solo il 12 per cento ritiene necessario andare a confessarsi una volta al mese, mentre il 60 ha detto di non andare mai dal confessore. Complessivamente l'adesione al sistema di credenza religiosa è a calare. Fra gli anziani si dicono «religiosamente convinti» il 35 per cento dei "genitori" cioè la generazione di mezzo, per arrivare ad un misero 10 per cento con i giovani. Questo dato di scarsa adesione viene comunque bilanciato dal 15-20 per cento di adolescenti e giovani che frequentano gruppi e associazioni ecclesiali: il che significa che la voglia di fare e di partecipare è superiore alla condivisione di un sistema dottrinale. Le vere sorprese vengono dal versante delle convinzioni morali. In questo campo si manifesta una decisa divaricazione rispetto a quanto viene quotidianamente proclamato dal palazzo apostolico. I dati sorprendentemente compatti mostrano che i romani non sono "pecorelle in libera uscita", miscredenti o confusi. Sono qualcos'altro: una massa di un paio di milioni di persone (che si dichiarano cattolici al 78 per cento, credono nel Dio cristiano al 70 e sono pronti a battezzare i figli all'81 per cento) che si sono definitivamente traghettate su una sponda di valori omogenea a quanto predica da decenni la teologia postconciliare moderatamente progressista e a quanto affermano le Chiese di tradizione protestante meno ossessionate dal problema sessuale. I romani la pensano così: circa la metà abolirebbe il celibato dei preti e la grande maggioranza (tra il 70 e l'80 per cento) accetta serenamente il divorzio, i rapporti prematrimoniali, la masturbazione, le libere convivenze. Poco meno del 70 per cento è favorevole alla contraccezione. Per quanto riguarda l'aborto, l'inchiesta spiega il perché la gerarchia ecclesiastica sia così cauta nel chiedere (come vorrebbe il papa nella sua ultima enciclica Evangelium Vitae) la soppressione della legge 194. Un nuovo referendum avrebbe, infatti, esiti rovinosi per il Vaticano. Soltanto il 14 per cento dei Romani non ritiene lecito l'aborto. Il 24 per cento lo ammette in caso di pericolo di vita della donna, il 29 in caso di violenza carnale o malformazioni del feto, il 30 rispetta la decisione dei genitori o della donna. Infine, il 53 per cento dei romani non ha nessuna obiezione di fronte ai gay. La nuova etica sessuale va di pari passo —è interessante notarlo— con un atteggiamento estremamente positivo verso la parrocchia e dunque, in ultima analisi, verso i parroci che vi lavorano. A parte il 20 per cento dei praticanti convinti, la frequentano il 40 dei fedeli che pure hanno difficoltà con la Chiesa e comunque parla in suo favore anche l'85 per cento dei cittadini che raramente vi mettono piede. D'altronde il 40 per cento ha offerto denaro alla parrocchia nell'ultimo anno e il 37 per cento sovvenziona enti assistenziali religiosi. La simpatia per il parroco si sposa all'indipendenza politica e ad un rifiuto del catechismo a scuola: l'80 per cento ritiene che i cattolici possano votare per qualsiasi partito e l'83 preferirebbe che l'ora di religione diventasse una lezione di storia delle religioni. Il pragmatismo religioso si accompagna, comunque, a grandi incertezze su tutto l'impianto teorico della Chiesa. Per esempio, soltanto un 36 per cento dei romani crede nell'aldilà. Forse per questo il buddismo con la sua "teologia flessibile" trova sempre più spazi per inserirsi in Italia. È di ieri la notizia che un docente di psicologia alle università pontificie Marianum e Augustinianum, don Aureliano Pacciolla, rivendica in un libro la libertà di credere nella reincarnazione. ========================================================= ============== PARROCO UCCISO 4 bulgari sotto torchio il manifesto 6/5/95 Continuano le indagini sulla morte del parroco di Ladispoli Don Pietro Contaldo, strangolato domenica scorsa nel bagno di casa sua. Il pm di Civitavecchia, La Rosa, ieri ha lungamente interrogato 4 bulgari che probabilmente passarono l'ultima sera con Don Pietro. L'appartamento del prete era un punto di riferimento per gli immigrati dell'est a Ladispoli, in cerca di un lavoro e di un tetto. Sulle cause dell'omicidio resta in piedi l'ipotesi di un gioco erotico concluso tragicamente; ma le risultanze dell'autopsia, renderebbero più probabile l'ipotesi di una «punizione» di balordi locali che ricattavano Don Pietro per la sua presunta omosessualità. I funerali del sacerdote si svolgeranno lunedì prossimo nella chiesa principale di Ladispoli. ========================================================= ============== L'attrice, travestita e imbruttita, accetta la sfida di «Tango barbaro», difficile testo di Copi MARIANGELA MELATO, BARBUTO TRANSESSUALE Uno spettacolo grottesco che lascia sconcertato il pubblico di Masolino D'Amico la stampa, 14/5/95 GENOVA. Prima di stabilirsi in Europa l'esule argentino Raul Damonte noto come Copi aveva soggiornato in Uruguay, dove ambientò fra l'altro una pièce su di una mitica coppia di amanti omosessuali dei bassifondi, Cachafaz e la Raulito, già eroina anche di film e telenovelas. «Tango barbaro» è in due atti. Nel primo i trasgressori ammazzano un grasso poliziotto e ne fanno carne commestibile da distribuire fra i diseredati dell'alveare subumano dove vivono. Nel secondo le vittime così riciclate sono diventate diciassette, e le ombre di alcune tornano a protestare; arriva anche la polizia, ora in forze, ma i due riescono a precederla dandosi la morte ed entrando così nella leggenda. Come si capirà il tono è sarcastico, con quell'amore del grottesco e dello stralunato che il teatro alternativo in lingua iberica pare non faccia che ribadire. Per fare spettacolo i registi- scenografi-costumisti Ferdinando Bruni e Elio De Capitani hanno aggiunto musiche composte da Mario Arcari ed eseguite da un'orchestrina appollaiata in cima a un palco, nonché danze e canzoni. La scena, che come in altri allestimenti firmati dalla stessa coppia è collocata in una specie di fondo di abisso, pur essendo quasi vuota (c'è quasi solo un letto appeso a lunghissime corde), viene animata da porte che si aprono a sorpresa rivelando i corpi pigiati dei vicini origlianti, oppure espellendo altarini etnici con centinaia di candele accese. Grazie a colori di vivacità stinta ma non rassegnata, e a inquietanti luci di Piero Niego, il colpo d'occhio è suggestivo, e i ben dieci interpreti secondari, fra cui spicca per grazia Carlo Reali come sardonico «revenant», sono coordinati con buon dinamismo. Nel dettato c'erano già le parolacce, alle quali si dovrà immagino la proibizione dello spettacolo ai minori di 18 anni, come se la pubblicità televisiva cui costoro sono quotidianamente esposti non fosse infinitamente più nociva; per il resto la beffarda sgradevolezza richiesta è stata affidata a un coro di straccione mostruose e abiette (gli uomini sono più dignitosi. Povere donne, mortificate per secoli dagli eterosessuali, e oggi anche dai gay!), e a particolari goliardici come il salamino che Cachafaz si infila nelle mutande per poi estrarlo a mo' di fallo. Se tuttavia il pubblico rispetta il gioco ma recalcitra ad abbandonarvisi, la colpa non è di questa resa più che adeguata, ma del testo stesso, o forse dell'impossibilità di rendergli giustizia sul piano linguistico. Oltre a un'ormai scontatissima beatificazione dei trucidi e diversi, il fragile copione, che nell'originale è in versi e in un misto di argentino e di uruguayano con spostamenti fra il malavitoso e una spiazzante aulicità, offre quasi soltanto l'impasto sbarazzino di rime e vocaboli saporiti. Ora, l'ingegnosa versione di Franco Quadri ascoltata al Duse (per 65' + 30') ha il difetto connaturato di essere in corretta lingua accademica, col pepe di qualche gergalismo. Un esempio: «Dov'è mai disonestà - a mangiare carne buona - e di sbirro per di più. - Lui voleva farmi fuori - solo per la butifarra - nella notte di gazzarra! - Ma son un morto di fame! - D'un cadavere mi priva - per nutrire i ragazzini?». Si può recitare questo con disinvoltura? La colpa è della nostra koinè. Ci voleva un dialetto; ma un napoletano o milanese che parlasse di tanghi e di barrios sarebbe incongruo. E dunque i protagonisti si dibattono contro questa ingessatura, magari cercando le cadenze delle proprie ascendenze regionali. Per il resto Toni Servillo abita il suo Cachafaz con la naturalezza di un felino. All'estremo opposto, Mariangela Melato brucia energie impressionanti pur di animare la sfuggente Raulito. Imbruttita fino all'inimmaginabile, con una barba lanosa e due scarponi a farle gambine da scugnizzo, poi cambia mises da portentosa regina dei travestiti, compie acrobazie foniche e danza con virtuosismo grintoso. In questa epoca di carriere prudenti, i rischi che la grande attrice va a cercare ci lasciano a bocca aperta, ma in definitiva la nostra ammirazione è analoga a quella inorridita che potrebbe strapparci, mettiamo, un bonzo autoincendiantesi per una religione di cui nulla vogliamo sapere. Repliche fino al 28. ========================================================= ============== Rivelazioni della rivista «Adam» TAKE THAT, GAY? Foto osé o uno scherzo? la stampa 11/5/95 Hanno l'esclusiva dell'amore delle teenagers: ma, forse, sono gay. Pettegolezzo bomba sulla musica giovane. I Take That, i veri protagonisti dell'ultimo Sanremo, gli idoli delle adolescenti, potrebbero essere omosessuali. A ventilare l'ipotesi —che farà inorridire stormi di ragazzine under 18— è la rivista gay «Adam», che dedica alla notizia quattro pagine accompagnate da due foto «pesanti» che ritraggono Jason Orange e Howard Donald in atteggiamenti «affettuosi» durante una festa di Versace nella sua villa sullago di Como. Poi l'articolo racconta l'arrivo in Italia del gruppo di Manchester, per Sanremo. Al momento dell'arrivo all'Hotel sarebbe successo il fattaccio: «Robbie e Howard si danno un bacio in bocca davati a tutti». La storia dei Take That secondo «Adam», sarebbe piena di incontri con gay: dal truccatore Jonathan, al primo manager Smith. Ma il malizioso articolo si chiude col dubbio: gay o no? Il mistero resta, dice «Adam». Con buona pace delle fans. Intanto Robbie Williams ha cambiato look. Capelli cortissimi e biondi, quasi bianchi. È la moda del momento a Londra, e Robbie, 20 anni, non ha saputo resistere alla tentazione. ========================================================= ============== I due agivano sotto il smbolo dell'aquila, con azioni violentissime contro gay e discoteche, compiute in nome della fede e della razza ARRESTATO FURLAN, IL SECONDO LUDWIG Latitante dal 1991 deve scontare una condanna a 27 anni per i 15 omicidi compiuti al nord negli anni '80 insieme all'amico Woplfgan Abel di Raffaele Crocco il manifesto 18/5/95 Lo hanno arrestato ieri mattina all'aeroporto di Herakleion, uno dei centri principali dell'isola di Creta, in Grecia. Marco Furlan, meglio conosciuto come «uno di Ludwig» ha negato sino all'ultimo la propria identità, nascondendosi dietro a un paio di baffi improbabili e mostrando i suoi documenti falsi. Forse, gli uomini della Criminalpol del Veneto hanno davvero scritto l'ultimo capitolo della storia di «Ludwig». Facendo scattare le manette ai polsi di Furlan, ormai trentacinquenne, hanno messo fine ad una fuga iniziata nel 1991, all'indomani della condanna definitiva a 27 anni di carcere decisa dalla Cassazione per il killer neonazista. Soprattutto, hanno fatto «terra bruciata» attorno a chi, in questi anni, ha di tanto in tanto ripreso il simbolo di «Ludwig» —una aquila artigliata— per firmare violenze contro immigrati e omosessuali. Non è la fine di un incubo. Più semplicemente è la conclusione di una storia che ha segnato profondamente Verona, città che Furlan e il suo complice Wolfgan Abel —da tempo dietro le sbarre— avevano trasformato in base, covo e rifugio, sfruttando la sotterranea «vena nera» della città scaligera. È, Furlan, uno degli assassini neonazisti che appunto sotto la sigla «Ludwig» , a cavallo tra gli anni '70 e '80, tracciò una lunga pista di sangue nel Veneto, in Lombardia e in Germania. Quindici i delitti accertati, uno più violento dell'altro commessi utilizzando martelli, spranghe e incendi per eliminare omosessuali e appassionati di pornografia. Il tutto condito sempre da deliranti volantini che inneggiavano alla purezza della razza e della fede, Individuati casualmente mentre tentavano di incendiare una discoteca del mantovano nel 1984, i due erano stati condannati definitivamente, dopo anni di processi, a 27 anni di carcere. Per sfuggire alla galera, dopo un fallito tentativo di suicidio, Furlan lasciò Casale di Sclodosia, in provincia di Padova, dove si trovava in soggiorno obbligato. Scappò in bicicletta, subito dopo aver firmato il registro delle presenze dai carabinieri. In quattro anni —tanto è durata la latitanza— lo hanno segnalato ovunque, dal sudamerica all'est europeo. In questi quarantotto mesi, ha spiegato il capo della Criminalpol del Veneto, Francesco Zonno, gli investigatori lo hanno seguito negli spostamenti «come si fa il punto nave su una carta nautica. Ogni volta che giungevano notizie lo seguivamo in giro per l'Europa». In Grecia i poliziotti sono arrivati quasi per caso. Due ragazzi veronesi, a Salonicco per turismo, avevano creduto di riconoscere Furlan per strada nell'estate del1993. Lo avevano filmato, consegnando poi il video alla polizia. I carabinieri si erano precipitati nella città macedone, ma l'arresto era sfumato per un pelo. Qualcuno, forse da Verona, aveva avvertito il fuggiasco che si era eclissato. Furlan, d'altro canto, in terra scaligera può contare probabilmente su molti appoggi. Il padre, noto chirurgo plastico, e la madre si sono separati nel frattempo, ma sono rimasti vicini al figlio. Non hanno mai creduto alla sua colpevolezza. Eppure, proprio nella sua stanza di bravo ragazzo —all'epoca dei delitti aveva 24 anni— gli investigatori avevano trovato le prove che lo identificavano come componente di «Ludwig». Su di un blocco apparentemente bianco, osservando i fogli in controluce, avevano trovato le tracce di uno di quei drammatici volantini che facevano seguito agli omicidi. Quei segni labili sono stati i mattoni principali del castello di indizi che ha portato ad accertare la colpevolezza del duo Furlan-Abel. Ma alla vigilia della sentenza della Cassazione, quella senza più appello, la madre di Furlan non aveva esitato a dire che suo figlio non avrebbe mai accettato di tornare in prigione. Era vero. Sfruttando coperture e agganci, Furlan da Salonicco si era spostato a Creta, dove aveva trovato lavoro in una piccola azienda di trasporti. Zonno e i suoi sono arrivati a Herakleion l'altro giorno fiutando la pista giusta, aiutati dai poliziotti greci. Hanno catturato «quello di Ludwig» mentre iniziava a lavorare. Ora bisognerà aspettare almeno due mesi per avere estradizione. ========================================================= ============== Letteratura erotica COM'È SEXY LA MOVIDA! Romanzi lesbici, poesie porno-mistiche... in Spagna è l'ora del sesso in libreria Paolo Alberto Valenti Espresso, 5/5/95 Brillano lanterne rosse sul panorama della letteratura di lingua spagnola, già territorio fertile tanto per il misticismo che per l'erotismo, a volte sapientemente combinati. Lo conferma il successo internazionale dei vincitori del premio di letteratura erotica "La Sonrisa vertical" che ha reso celebre l'editrice catalana Tusquets. Indetto annualmente da 15 anni, dopo aver laureato autori come il Nobel Camillo José Cela e Almudena Grandes, il premio è appena stato attribuito a una misteriosa studentessa latino-americana che vive a Roma e si cela cautamente dietro lo pseudonimo di Irene Gonzalez Frei. Il suo romanzo ("Tu nombre escrito en el agua") tratta la sfortunata love story vissuta da due donne fra Roma e Madrid. Una passione divorante fra personaggi che hanno raggiunto la soglia dell'assoluta felicità erotico- sentimentale. In Spagna il romanzo arriva in libreria in questi giorni, ma anche all'estero già si è diffusa la caccia all'autrice misteriosa. Nei giorni successivi all'annuncio dell'attribuzione del premio a Roma si è consumato un piccolo giallo. "Il Messaggero" ha fatto credere che 1'autrice misteriosa fosse Rosalba Campra, titolare della cattedra di lingua e letteratura iberoamericana a La Sapienza di Roma nonché autrice per i tipi di Fahrenheit 451 di un piccolo libro dal titolo "I racconti di Malos Aires". La notizia ha fatto il giro del mondo e la Campra l'ha dovuta smentire anche a un inviato del "New York Times" alle prese con un reportage sulla letteratura iberoamericana. «Non ho paura della notorietà», ha fatto sapere Irene Gonzalez Frei per spiegare la sua scelta di scrivere sotto pseudonimo, «ma amo l'anonimato; credo inoltre che le virtù letterarie e le altre (comprese quelle erotiche) siano indipendenti e che un libro erotico possa essere scritto da chiunque lo voglia». Non la pensa così un altro autore di punta della letteratura erotica di lingua spagnola, Guillermo Cabrera Infante, scrittore cubano in esilio a Londra di cui gli italiani hanno conosciuto almeno due buoni libri: "Tre tristi tigri" e "L'Avana per un Infante defunto". «All'Avana il sesso era una forma di conoscenza», racconta Cabrera Infante, «ma l'aspetto più importante è la memoria del sesso. E' la memoria quella che il narratore insegue fino al momento culminante. L'erotismo fisico invece non è molto di più di un insieme di erezioni che si verificano per una politica dello spirito». Di marca più strettamente castigliana è invece l'erotismo misticheggiante della spagnola Ana Rossetti (fra le prime a vincere "La Sonrisa vertical"), finalmente apparsa lo scorso anno anche in Italia grazie alla casa editrice fiorentina Le lettere che annovera in catalogo "lmago Passionis", antologia delle sue liriche amorose. «La parola erotismo è molto discussa in Spagna», ammette Ana Rossetti. «In generale da quanto si legge sul dizionario tale definizione investe anche personaggi come madame Bovary. Tuttavia in Spagna si chiama erotico solo ciò che attiene al sesso. E anzi, appena qualcosa di erotico sorprende o contrasta con i valori di certi individui questi la bollano come pornografia». Non succede solo in Spagna. ========================================================= ============== LA RUBRICA DEL CARABINIERE MISTERIOSO CONTROLLI E SELF-CONTROL del Carabiniere Misterioso Alcuni amici di InformaGay mi hanno raccontato il problema di un loro conoscente, proprietario di un locale pubblico frequentato anche e forse prevalentemente da omosessuali, che quotidianamente o quasi è costretto a subire i controlli che la polizia effettua nel suo locale, controlli dovuti agli esposti degli abitanti del caseggiato, i quali si lamentano per la confusione e per il rumore provocato dalla musica che a loro dire sarebbe insopportabile. Raccontandomi questo mi riportavano le perplessità del proprietario: possono i vicini fare esposti in continuazione e non è possibile fare qualcosa per fermarli? la polizia ad ogni chiamata viene a controllare il locale e gli avventori che lo frequentano. Pur trovando sempre tutto in regola continua a ritornare creando disagio ai clienti e rischiando così di mettere il proprietario nella condizione di rischiare di perdere la clientela. Il timore è che sia proprio questo quello che vogliono. Non si può fare qualcosa per fermare quella che agli occhi di chi la subisce sta diventando una persecuzione? Rispondo per ordine e nel limite delle mie conoscenze. Per esperienza diretta so che sono pochi i proprietari di locali pubblici che non si trovano in conflitto con i loro vicini (spesso sono veramente insofferenti tanto da sconfinare nella pura cattiveria col loro modo di reagire ai disagi). So anche che nella maggior parte dei casi hanno pienamente ragione, d'altronde chiunque di noi abbia la sfiga di abitare in un condominio può testimoniare con quanta facilità si propaghino i rumori in quegli edifici e quanto siano fastidiosi, specialmente nelle ore serali. Per questo motivo ed anche perché una guerra aperta con queste persone frustrate non porterebbe a niente di buono (denunce e controdenunce sarebbero controproducenti per chi ha come unico scopo il bisogno di continuare a lavorare tranquillamente), io cercherei di far sbollire gli animi. Anzi, cercherei addirittura di farli sentire vincitori riducendo, se è possibile, ancora di più il fastidio provocato. Per rispondere al secondo quesito voglio prima spiegare crome si svolgono i controlli della polizia nei locali pubblici e da che cosa sono originati. Bisogna dire che le forze di polizia hanno il dovere di controllare tutte le attività che fruiscono di una licenza che le abilita al servizio pubblico. A rotazione si controllano i bar, le birrerie, i music pub, i ristoranti eccetera. Lo scopo è di verificare il rispetto di tutte quelle regole che vengono imposte al gestore per poter esercitare (igienico-sanitarie, amministrative, di sicurezza, ecc.). Si procede inoltre al controllo degli avventori perché grazie ai nostri terminali (nel modo che io ho già descritto nell'articolo del mese di febbraio) siamo in grado di capire se il locale è frequentato da cattiva gente, da pregiudicati, e quindi se necessita di un'attenzione particolare. Inoltre, abbiamo il dovere di verificare le segnalazione dei cittadini che lamentano un qualsiasi disagio provocato dalla gestione del locale pubblico. Non possiamo rifiutarci adducendo come scusa che un controllo è già stato fatto il giorno prima; oggi la situazione potrebbe essere diversa. Non posso nascondere che nel nostro caso il controllo così ossessivo anche nei confronti dei clienti farebbe pensare ad un certo pregiudizio da parte dei poliziotti a scapito di quelle persone che, pregiudicate certo non sono, ma che essendo omosessuali vengono purtroppo considerate perseguibili. È fascismo questo? È razzismo? Non lo so, certo è che bisogna essere proprio ignoranti per comportarsi così. Ma forse ci sbagliamo e i poliziotti fanno solo il loro dovere senza nessun pregiudizio. D'altronde non è possibile riscontrare nessun illecito nel loro comportamento, svolgono il loro servizio nel modo in cui la legge lo permette, forse con arroganza, ma sicuramente senza mai cadere nell'illecito. E allora come fare per uscire da questa ormai spiacevole situazione? Diplomazia, tranquillità, spirito di sopportazione per non cadere nelle provocazione vere o supposte che siano, capacità di usare il proprio buon senso per risvegliare quello degli altri. Forse bisognerebbe parlare con questi agenti o con il loro comandante, spiegare loro che i clienti cominciano a non farsi più vedere perché intimoriti dai ripetuti controlli, che ormai dopo tutte le ispezioni già fatte dovrebbero ben sapere chi frequenta il locale; che tornino pure ad ogni lamentela dei vicini, ma lascino tranquilli i clienti. È giusto accettare questi compromessi per fare salvi i propri diritti? Sì, lo è se serve a far capire a chi ci aveva mal giudicato l'errore fatto. Per ultimo voglio fare una raccomandazione ai clienti. Non fatevi impaurire, non c'è niente di male o di pericoloso nel lasciarsi controllare i documenti dagli agenti, ho già spiegato che non si incorre in nessun tipo di ripercussione, credetemi, e continuate a frequentare quel locale; questo è il modo migliore per far capire che la prevaricazione non può e non deve essere il grimaldello da usare per ottenere un risultato il cui principio è totalmente sbagliato. Il Carabiniere Misterioso ========================================================= ============== FATTI E DISFATTI a cura di Simona Pace NEW YORK Alcuni musicisti di colore americani (Run-DMC, LL Cool J, TLC e altri) organizzeranno un concerto a New York quest'estate per commemorare la morte di Eazy-E. Il ricavato andrà a sostegno dei progetti di prevenzione dell'Aids nelle grandi città. KEMP REGISTA Lindsay Kemp esordirà come regista d'opera alla XXXI edizione della Sferisterio di Macerata Opera 1995. Kemp curerà "Il barbiere di Siviglia" di Rossini; nel cast Gloria Scalchi, Enzo Dara, Ruggero Raimondi. MATRIMONI GAY Nei prossimi mesi l'Arcigay preparerà nei propri circoli dei "registri matrimoniali" per tutte le coppie gay e lesbiche che vorranno iscriversi in attesa di una legge che sancisca le unioni civili. LONDRA È nata a Londra «Freedom FM», la prima radio lesbo-gay inglese che trasmette sui 104.9 (vedete un po' se riuscite a trovarla!). FUMETTI Dubbi sull'orientamento sessuale di Topolino: il mensile di Los Angeles "Buzz" afferma che tra i suoi disegnatori e produttori i gay si contano a decine. A quando il coming out di Heidi? DONNE E AUTODETERMINAZIONE Donne di tutta Italia si stanno preparando alla manifestazione che si terrà a Roma il 3 giugno e che avrà come tema centrale il corpo femminile (aborto, sessualità, autodeterminazione). Saranno presenti anche associazioni lesbiche e siete tutti invitate a partecipare (tanto saremo già a Roma per Labirinti di Passioni, vero?) DIRITTO DI ORGOGLIO Nello stato dell'Ontario la "Commissione 8 marzo per i diritti umani" ha multato di 5000 dollari il sindaco Bob Morrow perché nel 1991 si era rifiutato di indire la "settimana gay pride". Il tribunale ha stabilito che proclamare giornate speciali è uno dei diritti umani e rifiutare un tale servizio sulla base dell'orientamento sessuale di chi lo richiede è discriminazione e come tale va punita TRAVESTITI CUBANI I travestiti cubani stanno finalmente uscendo allo scoperto sull'onda del successo del film "Fragola e cioccolato"; si esibiscono in locali underground, ma anche in quelli ufficiali e conservatori. Il travestito Margot è anche uno dei protagonisti principali de "El Sabadazo", uno dei programmi televisivi cubani più seguiti. PEDOFILI Il tribunale di Milano ha condannato sei degli undici imputati del processo al «Gruppo P». Il fondatore del gruppo è stato condannato a tre anni e sei mesi ma, visto che si era già fatto due anni (?!) di carcere preventivo, è stato rilasciato PRESERVATIVI Alcuni albergatori di Rimini hanno accettato la proposta dell'Arcigay di distribuire profilattici ai clienti. Ovviamente, è stata subito polemica HUGH GRANT Così ha detto a Cannes: «Maurice è stato un film molto importante per me, anzi indimenticabile: James Welby ed io eravamo una coppia omosessuale e devo dire che nessuno mi ha mai saputo baciare con tanta sapienza come lui» EVIRATI Le truppe cecene, per demoralizzare gli avversari dell'Armata Rossa, hanno pensato di evirare i prigionieri. DOCUMENTI I transessuali che sono in attesa di cambiare sesso saranno d'ora in poi dotati di una doppia tessera per viaggiare sul metro di Londra: una con la foto che li ritrae al maschile e l'altra al femminile ========================================================= ============== Cara Redazione, se la mia lettera di risposta a Famiglia Domani Flash avesse trovato spazio in un foglio diverso dal vostro, in attesa o meno di autorizzazione, avrebbe probabilmente avuto un titolo diverso. Voci intelligenti me ne suggeriscono uno: "La crociata del cazzo", dopo aver letto il vostro mensile di informazione, anno 1, numero 6. Non era questo il mio intento, ma non rimpiango comunque il mio attestato di civile partecipazione contro stupide minacce ad un diritto umano, destinato non solo ad una sfera ristretta. Nei diritti umani inglobo anche quello di opinione, di espressione e di critica. Circa il fotomontaggio di copertina, desidero farvi osservare che non a tutti fa scaturire una catartica risata, né chi pensa di provocarla tema le sbarre: de minimis non curat pretor. Rushdie con i suoi versetti satanici prima di tutto scrive bene e poi è musulmano. State tranquilli, quindi. Quanto alla mia opinione in merito: la masturbazione di un seminarista è sempre triste e in questo caso è anche priva di fantasia. Lucilla Sciola Boh, si vede che noi di InformaGay non siamo sufficientemente acuti, perché abbiamo fatto un po' fatica a capire cosa voleva dire questa lettera e, personalmente, quello che mi è parso di leggere tra le righe, non mi è piaciuto. Ma andiamo per punti: in primo luogo, chiunque legga il nostro modesto giornale sa che ogni articolo di commento o di critica ha un titolo che di solito decide l'autore stesso; se non lo fa, siamo costretti a farlo noi, e neanche ci piace. In secondo luogo, chiunque abbia avuto tra le mani il nostro "foglio", sa quali rapporti intercorrono tra noi e la Chiesa cattolica: l'ironia ci sembra una delle pochi armi sensate contro le minacce di certo integralismo e poi, mi scusi, non le sembra poco serio che un intero Paese, il nostro, perda il suo tempo dietro alle lacrime di una statuina? Nessuno di noi ha mai avuto la pretesa di scrivere bene, scriviamo perché riteniamo di avere delle cose da dire: dum nihil habemus maius, calamo ludimus. E per finire, le chiedo di perdonare la scarsa nobilitate del mio intelletto, ma quella del seminarista proprio non l'ho capita. Cordiali saluti. Simona Pace ========================================================= ============== CYBERGAY * (c) 1995 Copyright Rex Wockner and Affiliates CANADA* Barbara Reed, giudice della Corte Federale, ha dichiarato anacronistica la legge che stabiliva l'età minima del consenso per il sesso anale. Il governo ha ribattuto che quel limite di età era un modo per prevenire la diffusione del contagio del virus dell'Aids. La discussione è nata quando Henry Halm si è rifugiato in Canada per evitare l'incriminazione per aver avuto rapporti con un adolescente a New York. Halm riteneva di essere al sicuro in Canada perché pensava che l'età minima del consenso fosse di 14 anni e poi perché il Canada non concede l'estradizione se il reato non è ritenuto tale anche in Canada. In realtà, prima del polverone sollevato da Barbara Reed, l'età del consenso era di 14 anni per il sesso orale vaginale, ma di 18 per quello anale. GRAN BRETAGNA* Un gruppo di 60 preti della Chiesa d'Inghilterra celebra clandestinamente matrimoni tra coppie gay e lesbiche. Naturalmente, questo potrebbe costare loro l'allontanamento dalla Chiesa. Le cerimonie vengono celebrate con l'aiuto e la complicità del Movimento Cristiano Gay e Lesbico che agisce da intermediario tra i "piccioncini" e i sacerdoti simpatizzanti. La guerra dei sessi colpisce l'esercito inglese su due fronti: 3 gay e una lesbica hanno denunciato l'ostracismo dell'esercito nei confronti degli omosessuali e il ministro della Difesa ha ammesso che l'esercito discrimina le donne rispetto agli uomini. I quattro omosessuali allontanati dall'esercito si sono rivolti alla Corte Suprema affermando che l'esercito ha violato i loro diritti (che sono garantiti dalla legge europea sull'eguaglianza) affermando che l'omosessualità è incompatibile col servizio militare. Gli attivisti del movimento gay ribattono che altri paesi Nato permettono agli omosessuali di prestare servizio nell'esercito e che questo non provoca nessun problema. L'avvocato difensore, David Pannick, accusa le autorità militari di agire in base ai pregiudizi e all'intolleranza, incompatibili col concetto di dignità umana. Il movimento gay ha reso pubbliche alcune cifre: 250 persone tra il 1990 e il 1994 sono stati allontanati dall'esercito sulla base del loro orientamento sessuale La BBC sta preparando il primo show dedicato esclusivamente a gay e lesbiche che comincerà il 2 giugno. Ospiterà personalità famose del mondo gay, produttori ed editori saranno in prevalenza gay Una libreria gay di Manchester è stata incendiata e distrutta nel mese di aprile. L'ordigno incendiario è stato probabilmente gettato all'interno dei locali da una finestra; non ci sono stati testimoni Alcuni gay e lesbiche hanno invaso una scuola di psicoterapia a Londra per protestare contro lo psichiatra Charles Socarides le cui teorie hanno provocato la bizzarra reazione. Egli sostiene infatti che l'omosessualità sia una psicopatologia curabile. Gli "invasori" erano dotati di fischietti, di trombe e hanno spruzzato lo psichiatra con della schiuma rosa BRASILE* Una confezione di 12 preservativi costa più dello stipendio mensile medio che è di 70 dollari. Il Chicago Tribune, che ha riportato la notizia, accusa le industrie brasiliane della gomma di voler tenere fuori dal paese le industrie straniere produttrici di lattice. Il Tribune afferma che le casalinghe della classe media sono uno dei gruppi più colpiti dal virus Hiv, e ciò è dovuto alla crescente promiscuità e bisessualità dei mariti. Il Brasile ha finora registrato 59.000 casi di Aids e un milione di sieropositivi AUSTRALIA* Gli estremisti politici di destra hanno obbligato gli organizzatori dei Giochi Gay Nazionali a posporre l'evento sportivo versando dell'acqua rossa contenente una sostanza tossica nella piscina. OLANDA* Il tribunale di Amsterdam ha concesso l'adozione di una bambina brasiliana di 7 anni ad una donna single: la decisione ha naturalmente incontrato l'entusiasmo delle organizzazioni gay, soprattutto perché precedenti richieste di adozione erano state rifiutate dalla Corte SPAGNA* Il Governo spagnolo prenderà in considerazione prossimamente la possibilità di registrare i matrimoni gay. La proposta, avanzata da alcuni gruppi gay, ha raccolto il consenso dei media e di alcuni parlamentari. La registrazione dei matrimoni non comprenderà comunque il diritto all'adozione da parte delle coppie USA* L'organizzazione californiana Life Aids ha ricevuto minacce telefoniche lo scorso mese: un anonimo ha telefonato dicendo di evacuare l'edificio perché c'era una bomba, ma le ispezioni della polizia non hanno rilevato alcun ordigno. La minaccia, tuttavia, è stata presa seriamente perché alcuni giorni prima era morta una persona per un pacco-bomba ========================================================= ============== L'ANTIFASHION INTIMAMENTE MITOMANE. ASTENERSI NON ESALTATI. di Curtace (che si legge "Curteis") Qual è l'unica vera urgenza di questo tempo? Risolvere la crisi energetica, la sovrappopolazione, Ebola, la Jugoslavia? Macché. L'unica necessità che l'uomo e la donna sapiens sembrano avere è quella di incontrarsi, sempre, comunque e dovunque. Ma non proprio "incontrarsi", perché non ci deve essere il benché minimo contatto, almeno fisico.... Una volta ci si incontrava ai giardinetti, ci si offriva il gelato o la granatina e si cominciava a chiacchierare del più e del meno, magari inciampando e macchiandosi il vestito di pistacchio per l'imbranataggine che scaturisce improvvisamente ogni volta che devi far colpo su qualcuno; oppure nei corridoi dell'università, con un banale, "scusa, hai da accendere", senza rendersi conto che per pronunciare la fatidica domanda —studiata davanti allo specchio del bagno per interminabili ore, quasi tante quante quelle dell'appostamento per l'incontro "casuale"— ci si è tolti di bocca una Camel accesa. Oppure "ma tu ce li hai gli appunti di francese?" (naturalmente è irrilevante che l'unica lingua straniera nel tuo piano di studi sia spagnolo). E se andava bene si finiva a prendere un caffè al bar. C'erano poi le feste di compleanno degli amici, dove si poteva sempre versare la bibita sulla gonna o i pantaloni di qualcuno per poi offrirgli/le tutta la propria mortificazione e l'invito ad andare in bagno a pulire insieme la macchia. Adesso invece ci sono le chat-line, o meglio, adesso stanno dilagando le chat-line, (che, scritto, dà quel solito senso di esterofilia iperchic, mentre, pronunciato, richiama vagamente il volgare "ciattellamento", azione tipica delle signore che si vedono solo una volta alla settimana sotto il casco del parrucchiere, dove è fondamentale aggiornarsi sugli ultimi sviluppi della situazione condominiale). Questi fagocitatori di schede telefoniche (o riempitori di bollette, dipende da dove formulate il numero) si moltiplicano per generazione spontanea e se ce ne sono così tanti è perché li usano in tanti. Il che dimostra, ahimè, che non siamo più capaci a parlarci guardandoci negli occhi (forse perché questi ultimi sono foderati dalle famose lenti a contatto dai colori allucinanti? [vedi L'Antifashion num. 6]) E poi, come si fa a darsi l'appuntamento? Immagino colossali ingorghi automobilistici per precipitarsi alle quattromenounquarto davanti alla fontana dove convergono tutti quelli che erano in linea mentre tu scandivi a quello che ti interessava (ma ci si distingue?) le coordinate dell'appuntamento. Senza parlare del dramma di non vivere nella stessa città. Sei obbligato a lasciare un telefono, almeno. Che, naturalmente squillerà centododici volte per lo stesso motivo di prima. Come si fa a confidarsi con qualcuno che neanche conosciamo? Perché non ci sono solo le linee erotiche, ma anche quelle che promettono di rispondere a tutte le tue domande cosmiche, di risolvere tutti i problemi che da millenni sono il cibo della fisica e della metafisica. La psicanalisi per i poveri, insomma. E poi ci sono gli annunci, il festival dell'idiozia; non tutti, certo, sono idioti, alcuni sono molto seri, altri molto tristi, altri molto divertenti, ma la nostra attenzione si concentra su quelli più allucinanti (mi duole farlo notare, ma gli annunci femminili sono molto più eleganti). Frase regina delle statistiche è: "Cerco maschio vero...": cosa vuol dire, cosa distingue un maschio vero da uno finto? Il pelo scuro, che nel secondo caso è di plastica e va levato prima del coito? La voce bassa e sensuale (nel maschio finto è prodotta per i primi dieci minuti dell'incontro da un sintetizzatore Yamaha?), La mascella squadrata? Il suo 740? La giacca Versace infinitamente più "maschia" del cardigan fatto da mammà? Seguono a ruota quelli che occupano dieci delle dodici righe dell'annuncio per spiegarti che sono bellissimi, abbronzatissimi, palestratissimi, muscolosissimi, pelosissimi (o depilatissimi, dipende)e che hanno il meglio fisico del west (inteso, chiaramente come tutto il Mondo Occidentale, perché gli orientali ce l'hanno piccolo), un pacco "che così non ne hai mai visti". Le ultime due righe sono minacce che invitano i poco seri ad astenersi. Astenersi anche troppo stupidi, troppo intelligenti, troppo impegnati, perditempo, barba e baffi, depilati, grassi e magri, biondi e bruni. No fumatori, no salutisti e vegetariani. Splendido esempio di ottimizzazione sociale: di cretino in coppia ne basta uno. Brilla per arguzia quello "poco portato al sesso, ma molto caldo" il che, probabilmente, significa che il soggetto in questione ha una temperatura corporea più alta del normale oppure che vi farà dormire sotto una termocoperta anche ad agosto, con annesso mangianastri riproducente ansimi di piacere, visto che di sesso non se ne parla. Ma non tutti sono così semplici e banali: c'è chi cerca ecclesiastici (quelli veri, astenersi solo frequentatori di parrocchie) o uomini sposati (chiaramente solo per rapporti seri e duraturi e bisogna scopare con la fede dell'altro ben in evidenza, sennò si ammoscia) ragazzi dell'ex Jugoslavia (che tanto quelli hanno ben altri cazzi per la testa che gli va bene tutto), stalloni disposti a cavalcare in foreste incantate (non gli hanno detto che in quelle foreste lì ci sono solo gli unicorni? o forse è proprio quello che cercano?) o cercano uomini "boni come lo sono io" (e uno sa subito come regolarsi perché viene chiaramente fuori dall'annuncio quanto è bono). E quanti sono gli "insospettabili" che cercano pari requisiti: ma se sono così "insospettabili" come faranno a riconoscersi? Sono quelli che all'appuntamento convenuto via fermoposta, con risposta via fermoposta e conferma via fermoposta, fingono di essere l'omino dell'A.N.A.S. che aggiusta la strada. Ma non c'è da preoccuparsi, l'empasse dura solo qualche minuto: il 97 per cento degli "insospettabili" ci tranquillizza dichiarandosi "ma intimamente porco". L'unico rischio è che possa significare che la loro sola attività sessuale sia farsi le seghe a luce spenta. C'è anche chi mette a disposizione la propria biblioteca, che fa molto cul-tural-chic. Chissà qual è la lettura che più facilita i rapporti sessuali? Strettamente legato al dogma dell'insospettabilità è "assolutamente estraneo ambienti gay", che suona come io non sono gay, ma il mio fidanzato sì. Vuol dire che di gay, in fondo, non ne vuol assolutamente sentir parlare, che gli fanno anche un po' schifo i luoghi e i modi dei loro incontri, eccezion fatta per il giornale gay o la rivista gay (o rubrica gay su giornale etero), su cui mettono l'inserzione, che sarà letta solo da gay. D'altro canto, perché stupirsi? Dovunque ci propinano ininterrottamente modelli da seguire per essere fighissimi, tostissimi, giustissimi, arrapantissimi, falsissimi, costruitissimi e frustratissimi perché per quanto tu ti sbatta non sarai mai un TakeThat. Prima o poi (le mode invadono sempre tutto, sono come fiumi in piena), a questi modelli di intelligenza e sublime coerenza, si dovranno rifare non solo più gli annunci personali e anche una "banale" offerta di lavoro dovrà avere un look decisamente più accattivante: Contabile di banca, ma intimamente maestro di sci, estraneo ambienti montani, offre lezioni di discesa e skilift solo ed esclusivamente in località balneari ad insospettabili pari requisiti. Astenersi amanti sci e montagna o non campioni di Coppa del Mondo. Graditi attacchi Tyrolia e costumi Onyx ========================================================= ============== MENODIECI, LA RASSEGNA STAMPA DI DIECI ANNI FA Legittimo per la Corte Costituzionale il ricorso all'intervento chirurgico RICONOSCIUTO IL DIRITTO AI TRANSESSUALI DI SCEGLIERE LA LORO IDENTITÀ ANAGRAFICA di M.A.C. Corriere della Sera, dom 26/5/1985 ROMA - Il legislatore italiano permettendo il cambiamento chirurgico di sesso è intervenuto in modo legittimo per apprestare adeguata tutela ai soggetti affetti da sindrome transessuale. Lo afferma la Corte Costituzionale in una sentenza che respinge le censure mosse dalla Corte di Cassazione alla legge 164 del 1982. Il legislatore infatti secondo la Consulta ha preso atto che il transessuale più che compiere una libera scelta obbedisce ad un'esigenza incoercibile alla cui soddisfazione è spinto e costretto dal suo «naturale» modo di essere. E che, allo stato attuale delle conoscenze scientifiche, la sindrome transessuale non può essere curata con terapie ormonali o psichiche. Secondo la Cassazione, invece, la legge in questione, superando i limiti posti alla disponibilità del proprio corpo, sia dal codice civile sia da quello penale, avrebbe violato i principi costituzionali sulla dignità della persona umana, sui diritti della famiglia, sui doveri dei genitori e sulla tutela della salute. La Consulta è stata di parere contrario, accogliendo il nuovo concetto di identità sessuale introdotto dalla legge. La legittimità degli atti disposti sul proprio corpo, però, sono leciti solo in quanto rivolti alla tutela della salute. Così pure l'intervento chirurgico di cambiamento di sesso e la conseguente rettificazione anagrafica. Perché «riescono nella grande maggioranza dei casi a ricomporre l'equilibrio tra fisico e psiche ponendo così le condizioni per una vita sessuale e di relazione quanto più possibile normale». La sentenza afferma infine che la preclusione della conoscenza dei dati anagrafici originari di chi cambia sesso voluta dalla legge non è assoluta, potendo sempre il procuratore della Repubblica autorizzare la visione dell'atto di nascita originale. È stato ribadito che il matrimonio eventualmente contratto dopo il cambiamento di sesso può essere annullato per errore sulla qualità del coniuge, nel caso in cui non ci fosse conoscenza dell'avvenuto intervento chirurgico. La Corte ha deciso infine che la legalizzazione del cambiamento di identità sessuale non pregiudica l'ordine naturale della società familiare, limitandosi la legge a disciplinare una situazione di fatto preesistente. Né sconvolge i doveri che i genitori hanno nei confronti della prole. Il transessuale ove avesse avuto figli da un matrimonio in precedenza contratto o dovesse averne non da lui generati dal nuovo matrimonio è tenuto comunque agli obblighi di mantenimento, educazione e istruzione. ========================================================= ==============GRAZIE A... ORGOGLIOSAMENTE ORGOGLIOSI di Piero Pirotto Giugno. Il mese dell'orgoglio omosessuale. Mi è sempre piaciuto questo mese: comincia l'estate, finiva la scuola, si ritrovavano i vecchi amici al mare dove cominciavano i primi bagni di stagione, il caldo, il sole. La prima volta che ho saputo dell'esistenza di una ricorrenza come quella del Gay Pride, il primo pensiero è stato proprio quello che era stato scelto un mese favoloso da "noi omosessuali" per "festeggiarci". Avevo diciotto anni, ed appresi l'esistenza della giornata dell'Orgoglio Omosessuale dalla televisione, dove il solito dibattito mirava a scoprire cosa fossero gli omosessuali (malati? pervertiti? extraterrestri?), cosa volessero, perché si nascondessero o perché addirittura non si nascondessero meglio, e così via. Ma tutto ciò che mi è rimasto, come ricordo di quella serata a vedere la televisione in casa dei miei genitori, è proprio tutto il contrario dell'orgoglio: è la vergogna. Ricordo che, con il telecomando in mano, cambiavo canale ogni tre minuti per la paura che mia madre, entrando in salotto dalla cucina, mi scoprisse a vedere una trasmissione sugli omosessuali, e cominciasse così a farmi quelle domande che tanto temevo. Sono cambiate molte cose in questi 6 anni: ho smesso di nascondermi da mia madre, guardo meno la televisione, ma soprattutto ho provato a capire cosa significhi l'orgoglio di essere omosessuale (anzi, secondo alcuni amici, ma soprattutto parenti ci ho provato fin troppo bene). Ho provato dopo un po' di tempo la piacevole sensazione di sentirmi diverso, il piacere di capire che le proprie differenze dagli altri, non sono una minusvalenza, ma anzi un patrimonio da rivalutare costantemente, giorno per giorno. Ho capito, o comunque immaginato di provare, le stesse sensazioni che i gay e le lesbiche hanno sentito quando, il 28 giugno di ventisei anni fa, si sono ribellati per la prima volta a Stonewall. Ma in questi ultimi anni ricordo come più intenso un momento su tutti, ed anche questo era intorno al 28 giugno. Per la precisione il 2 luglio 1994: manifestazione per il Gay Pride...c'erano 9.999 persone a Roma con me. Nonostante il fatto ch'io lavori ormai ad InformaGay da qualche anno, ch'io viva la mia omosessualità da qualche tempo in più, ch'io abbia già fatto un certo numero di manifestazioni pubbliche e che abbia vissuto diversi momenti di "outing", non ricordo emozionalmente un momento più forte e vivo nel quale io mi sia sentito così fiero di essere frocio...sì sì, avete letto proprio bene. C'è scritto frocio, ma avrebbe potuto benissimo esserci scritto finocchio, culo, buliccio (scusate, ma sentivo il bisogno di mettere in queste righe un po' della mia terra natia; specifico che è la Liguria per i non poliglotti), culattone, pervertito..........(lascio i puntini perché ognuno di voi possa riempire questo spazio con il sostantivo designante la sua omosessualità al quale più si è affezionato in questi anni). Anche questa, per me, è una parte integrante del mio orgoglio: non sentire più come offese ed insulti quelle parole che per anni molte persone hanno usato violentemente contro di noi omosessuali. Anzi, ancora di più: sentire parte integrante di se stessi ognuna di quelle parole. Ed esattamente lo stesso ragionamento può essere fatto per tutti quegli sguardi, atteggiamenti, o comunque tutte quelle situazioni in cui alcune persone ci mettono quando, ad esempio, una lesbica parla tra amici della sua fidanzata, oppure quando un gay tiene per mano in pubblico il suo compagno o ancora esprime un apprezzamento per un bel ragazzo visto per strada: insomma quando il comportamento degli altri taccia la nostra diversità come colpa o vergogna. Ebbene anche questi momenti dovrebbero servire alla costruzione del proprio orgoglio di uomo o donna omosessuale: ogni volta che qualcuno ci fa sentire colpevolmente diversi bisogna cogliere l'occasione per ricordarsi che l'errore è dell'altro e che essere omosessuali non può e non deve essere una ragione per farci sentire o considerarci peggiori. Anche questo è essere orgogliosi. Io penso che ogni lesbica ed ogni gay dovrebbe poter arrivare a compiere il proprio percorso per sentirsi orgogliosa od orgoglioso del proprio essere omosessuale, ed ognuno a modo suo: la nostra diversità (trovate ch'io abbia usato spesso questa parola?) ci insegna quanto spesso sia improbabile avere un sentito comune. Credo sia fondamentale però, cominciare da qualcosa per fare questo percorso. Per me il caso ha voluto che fosse una trasmissione in televisione, ma considerando la qualità attuale dei programmi televisivi credo che forse, potendo scegliere sia meglio trovare un'altra occasione. Ad esempio una bella manifestazione per il "Gay Pride". Quest'anno il 1 luglio a Bologna le lesbiche ed i gay italiani si ritroveranno per dire ancora una volta, nei modi più svariati, che esistono, che non si vergognano, e che sono fieri ed orgogliosi della propria omosessualità. Partecipare ad una manifestazione, e magari gridare anche qualche slogan più divertente degli altri, non può essere la soluzione totale di un percorso così complesso com'è quello dell'arrivare a vivere pienamente la propria identità, anche di omosessuale, ma di certo può essere un modo per iniziare questo percorso, per vivere dal vero altre realtà e per cominciare a confrontarsi con il sentimento di orgoglio degli altri. Spero saremo in molti a Bologna tra qualche settimana. InformaGay ci sarà di sicuro, per cominciare tutti insieme un percorso che si presenta ancora lungo e che passa attraverso la costruzione di un proprio sentimento di orgoglio per arrivare poi alla rivendicazione dei propri diritti di persona diversa, ma di certo non per questo discriminabile. Se non saremo noi, gay e lesbiche, i primi a non vergognarci, riconoscerci e rispettarci come tali, come possiamo chiedere agli altri di farlo? ========================================================= ============== SCANDALO BILL ALLA BIENNALE Jones porta l'Aids in scena A Venezia debutta il 22 il controverso spettacolo del coreografo sui malati terminali che ha sollevato molte polemiche in America Leonetta Bentivoglio la repubblica 9/5/95 Può l'Aids tradursi in spettacolo senza condizionare emotivamente il giudizio dello spettatore? Fin dove è lecita l'esibizione del dolore in scena? Il teatro può imporre un confine netto tra arte e vita? Su questi interrogativi si è scatenata nei mesi scorsi in America una battaglia a colpi di editoriali roventi, che oltrepassando i limiti della querelle culturale ha assunto i toni di un dibattito politico. Perché è assai breve il passo dal territorio dell'«epica dell'Aids» (quanto cinema e teatro dedicati al flagello) a quello della discussione, all'ordine del giorno negli Stati Uniti, sulla political correctness e il suo influsso sulle arti. La sfida di partenza oppone l'autorevole critico di danza Arlene Croce a Bill T. Jones, coreografo di punta dell'avanguardia newyorkese, omosessuale, nero e sieropositivo, ora atteso a Milano per un incontro pubblico alla Scuola d'Arte Drammatica Paolo Grassi, nell'ambito della serie La parola alla danza - Incontri con i maestri della danza contemporanea (oggi alle 15). Il suo ultimo lavoro, Still/Here ("Ancora qui"), in arrivo in Italia (ospite della Biennale Teatro, sarà in scena a Venezia il 22 e 23 maggio), nasce da una serie di «workshop di sopravvivenza» organizzati negli Stati Uniti. I partecipanti, autentici malati terminali, sono stati ripresi mentre raccontano le loro sofferenze: i ballerini, nello spettacolo, danzano di fronte agli schermi su cui si proiettano le testimonianze filmate. Non è la prima volta che Jones ribalta ogni rassicurante convenzione ballettistica in nome di opere di denuncia bruciante della discriminazione dei "diversi". Compagno d'arte e di vita dell'artista Zane, morto di Aids nell'88, Jones, nel '92, suscitò un ciclone di reazioni contrastanti a Spoleto con lo spettacolo Last Supper at Uncle Tom's Cabin/The Promised Land. In molti (Osservatore Romano incluso) ne deprecarono il finale: una folla di nudi integrali, anti-erotici, non patinati, "quotidiani". Affresco conturbante nel suo violento appello all'eguaglianza e a una "verità" evocata nella più indifesa fragilità del corpo. Con Still/Here Jones si è spinto assai più oltre. Accolto alla fine del 94 a New York da un clamoroso successo di pubblico, lo spettacolo ha ispirato alla Croce un saggio apparso sul New Yorker col titolo Discussing the Undiscussable ("Discutere indiscutibile"), in cui l'autrice dichiara il suo rifiuto di assistervi per protesta contro il ricatto di un'opera «i cui interpreti non hanno altra scelta oltre a quella della malattia». E sostenendo l'inammissibilità di uno scavalcamento tanto esplicito del «limite tra teatro e realtà», considera impossibile valutare «qualcosa che compatisco e di fronte a cui mi sento impotente»: quella che Croce etichetta con sprezzo una manifestazione di victim art sarebbe, insomma, «al di là della portata della critica». Divampano le repliche: sul New York Times l'editorialista Frank Rich coglie lo spunto per spiegare come l'epica dell'Aids sia finalmente riuscita «a far uscire allo scoperto il tema della morte in un paese che lo ha sempre censurato: è la storia del nostro tempo, e Arlene Croce mostra di aver "bucato" la notizia». Intanto Richard Goldstein, sul Village Voice, si scaglia contro il conservatorismo della Croce, da collocare senza complimenti «sotto l'egida di The Great Newt (il leader della Destra Newt Gingrich). Secca la risposta al New Yorker del più diretto interessato, Jones: rigettando ogni «facile» attribuzione di victim art, il coreografo proclama, sferzante, che «l'arte può esistere senza i critici, mentre non esistono critici senza arte. Il lavoro del critico» aggiunge liquidatorio «richiede conoscenze tecniche, forza morale e pietà. Non si può adempiere al ruolo sulla base di notizie orecchiate e dal punto di vista di un qualche lontano "magistero"». Segue, sempre sul New Yorker, la pubblicazione di una lunga serie di interventi sul tema. Come quello di Camille Paglia, discussa portabandiera di un femminismo sui generis, che difende la Croce nel suo coraggio di contrapporsi ai «dinosauri della political correctness, pronti a stigmatizzare come neo-conservatore ogni discorso sull'arte impostato sul piano puramente estetico». La scrittrice inveisce anche contro «la sentimentalizzazione di stampo vittoriano della malattia e della morte», e attacca l'attuale «santificazione dell'omosessualità», desolatamente priva dell'energia blasfema di quelli che cita come i culturali: Wilde, Baudelaire, Genet. Tra le infiammate lettere apparse sul New Yorker figura anche quella di Tony Kushner, autore del celebre musical sull'Aids Angels in America, altro titolo incluso nel cartellone della Biennale veneziana: «Di fronte alla bellezza e alla complessità del lavoro di Jones» scrive Kushner «l'incapacità della Croce di immaginare una prospettiva critica diventa solo banale». Ma soprattutto mette sotto accusa «gli errori semantici della Croce, che usa il termine victim per indicare i progressisti politicamente impegnati». Così che le condanne della Croce fungerebbero da incoraggiamento del «barbaro smantellamento delle arti attuato dal governo federale». Rilancia la polemica il settimanale Time, che sottolinea il tempismo della Croce, pronta a deplorare la politicizzazione del National Endowment for The Arts, l'istituzione per i finanziamenti alle arti: infuriandosi contro la logica imperante della political correctness, Croce scrive infatti che l'arte non sarebbe più premiata per la sua capacità di produrre bellezza, ma per la sua adattabilità a problemi di attualità politica. Atto d'accusa subdolo, segnala Time: irrompe proprio nel momento in cui i repubblicani minacciano di azzerare i fondi per le arti. Quanto, l'atteso debutto veneziano di Still/Here, riuscirà a spostare il dibattito in Italia? ========================================================= ============== Carovana del cinema per i cent'anni di Valentino RUDY, DIVO PER SEMPRE E il mito viaggia per l'Italia Ernesto Baldo la stampa, 6/5/95 TARANTO. Neppure il «Centenario della nascita» è riuscito a riavvicinare gli estimatori più tenaci di Rodolfo Valentino che hanno le loro radici tra Castellaneta e Lecce: ognuno vuole commemorare il proprio idolo in totale indipendenza. Oggi nel piccolo centro della provincia di Taranto, dove il 6 maggio del 1895 nacque Rodolfo Pietro Filiberto Guglielmi, in arte Valentino, si celebra la ricorrenza con il battesimo della «Carovana del cinema italiano» che questa sera nella sua arena principale proietterà «I quattro cavalieri dell'Apocalisse», mentre il 12 maggio a Los Angeles i fans leccesi consegneranno i premi «Rudolph Valentino» a star del cinema americano rinviando poi a settembre altri festeggiamenti pugliesi. Con «I quattro cavalieri dell'Apocalisse» la Carovana del cinema italiano (composta da una ventina di grossi automezzi) parte da Castellaneta e la prossima settimana inizierà il suo lungo viaggio attraverso la Penisola, da Sud a Nord. La Carovana, a cui è affidata la promozione della ricorrenza del centenario del cinema, dopo aver fatto tappa nei primi giorni di settembre alla mostra di Venezia, concluderà il suo viaggio a Torvajanica, nei pressi di Roma, per rendere omaggio alla memoria di Ugo Tognazzi. Ogni giorno, negli stadi e nei palchi messi a disposizione dai Comuni, la Carovana aprirà nel primo pomeriggio i battenti delle Mostre dedicate alla produzione e ai divi italiani e nello stesso tempo in cinque salette di proiezione si potranno vedere immagini storiche del nostro cinema. La programmazione pomeridiana sarà rivolta ai giovani. La sera, verrà aperta al pubblico —gratuitamente— la «grande arena» nella quale saranno proposti film e una storia dei primi cento anni del cinema. «Ogni sera ci sarà un padrino popolare», assicura Michele Placido che della manifestazione è il direttore artistico. Nelle intenzioni si tratta di un viaggio alla ricerca del pubblico perduto. «Sono i piccoli centri che ci attirano maggiormente —sottolinea Michele Placido— perché è proprio lì che i giovani non hanno più l'opportunità di andare al cinema poiché le sale, che un tempo programmavano film di seconda visione, sono state trasformate in supermercati. Noi vogliamo riportare per una sera il cinema dove oggi non c'è più». L'altra sera, nella romana piazza del Popolo, c'erano parecchi volti noti a salutare la partenza di Placido e della sua corte: Monica Vitti, Gillo Pontecorvo, Ricky Tognazzi, Alessandro Haber, Lina Wertmüller, Athina Cenci, Carolina Rosi e vari attori del nuovo cinema italiano che hanno già assicurato la loro presenza nelle varie tappe. «L'idea —spiega Michele Placido— è nata negli incontri estivi e casuali con Marcello Mastroianni, Franco Interlenghi, Mario Monicelli, Lina Wertmüller, Luigi Magni, Bud Spencer. Adesso spero che non mi lascino da solo in questa avventura». ========================================================= ============== Padova VIAGGIO NEL VIDEOCLIP MUSICALE GAY di Nicolò M. Ippolito il manifesto, 6/5/95 Kitsch, provocazione, rivendicazione, orgoglio, divertimento: non c'è dubbio che il risveglio della cultura omosessuale degli anni Ottanta è passato anche attraverso i videoclip musicali, in cui artisti spesso di grande notorietà hanno parlato del loro essere gay, oppure hanno giocato con la loro sessualità in un ambiguo gioco di rivelazioni e mascheramenti. In omaggio a questo ruolo non trascurabile dei videoclip la seconda edizione delle «Giornate di Cinema e Cultura Omosessuale», che si svolge a Padova dal 4 al 21 maggio è cominciata con un viaggio nei video musicali su omosessualità e trasgressione guidato da Massimo Bertolaccini che da alcuni anni su Videomusic cura trasmissioni come «Rock Revolution» e «Moka choc». Un viaggio in quattro parti che comincia con una serie di clip di artisti che la loro omosessualità la hanno esibita e manifestata. Ecco allora il patinato «Being Boring» dei Pet Shop Boys, il classico "Relax" dei Frankie goes to Hollywood, il più che sobrio «Still loving you» di Tom Robinson. Video soprattutto della metà degli anni ottanta e non a caso. «Di fatto —spiega Bertolaccini— in quegli anni la produzione di video gay è stata più massiccia, perché era il momento dell'orgoglio omosessuale. Ho la sensazione che poi con l'Aids questa fase si sia un po' esaurita, e del resto non sono pochi gli artisti morti fra quelli che io propongo». La seconda parte del viaggio si intitola «Glad to be» e racconta in qualche modo la felicità di essere gay, la voglia di dichiarare la propria non omologazione, fino al kitsch più esasperato, come in «Sex over the phone» dei Village People e «Someone like you» di Sylvester. E si prosegue poi su questa scia con un fantasmagorico «Supermodel» di Ru Pol che inaugura la parte dedicata al travestitismo che cade anche «Boys keep swinging» di David Bowie e «I want to break free» dei Queen, dove Freddy Mercury passa dalle vesti della massaia alle gonne aderenti con il suo gusto iperbolico per il mascheramento. Infine la quarta parte «It's hard to be» dove si parla del disagio della omosessualità del confronto-scontro con la società e la realtà. Ed in questa parte figurano la denuncia politica contro la discriminazione thatcheriana di Boy George contenuta in «Clause28» e il bellissimo video sull'Aids di Ryuichi Sakamoto e HoIly Johnson. La parzialità con cui i video raccontano la omosessualità è ovvia, ma indubbiamente la storia narrata da questa raccolta non occasionale permette anche di individuare dei filoni precisi, delle costanti della cultura gay, che coincidono per molti versi, poi, con quelli che emergono dalla cinematografia omosessuale cui la rassegna di Padova, grazie alla collaborazione con il Centro Universitario Cinematografico e con il Festival del cinema gay di Torino, dedicherà quattro intense giornate al Cinema Arcobaleno dal 10 al 13 maggio. Le Giornate, che prevedono incontri alla libreria Calusca, chiudono il 20 maggio al Caffé Pedrocchi con una discussione dibattito sulla proposta di legge sulle famiglie di fatto. ========================================================= ============== LA PAGINA LETTERARIA a cura di Massimo Virgilio Che l'Italia sia un paese arretrato culturalmente, intollerante a qualsiasi devianza e trasformazione sociale è un dato di fatto. Che ci sia un tentativo quotidiano di far credere che gli omosessuali siano un prodotto da togliere dal mercato, ormai ne sono tutti consapevoli, ma che addirittura ci si arroghi il diritto di infierire su un morto lo trovo disgustoso e aberrante. Ai signori della penna e della celluloide che non vogliono accettare la morte di Pasolini per omosessualità, ritenendola scomoda per il mondo letterario e, probabilmente, per l'intera umanità, la nostra risposta non può che essere un maggiore impegno affinché, una volta per tutte, la nostra dignità di omosessuali, la nostra cultura, la nostra vita, il nostro modo di essere, i nostri diritti vengano rispettati e riconosciuti. E poi, scusate, giusto un appunto, perché si parla di autobiografia e di biografia? Se qualcuno ha la penna facile potrebbe pensare di scrivere la propria invece di manipolare a suo uso e consumo il personale altrui. Queste poche righe qualcuno potrebbe considerarle moraliste, ma vi assicuro che non è così; è che sono stanco di vederci negato il diritto di vivere la nostra sessualità da questi superuomini-etero-cattolici. Pasolini era un finocchio e noi siamo orgogliosi di questo. Massimo Virgilio ========================================================= ============== Parliamone FA ANCORA PAURA LA SESSUALITÀ DI PASOLINI la stampa, 13/5/95 di Ferdinando Camon Con parole ironiche e sofferenti, Nico Naldini ha ricordato, su questo giornale, che è inutile inventarsi una morte di Pasolini per antifascismo: Naldini ha appena scritto un libro, Il treno del buon appetito, in cui rievoca gli anni con Pasolini (e con altri: Comisso, Parise...), e dice che nel sesso Pasolini cercava sempre il rischio, c'è da stupirsi che non sia stato ammazzato prima. O che non si sia ammazzato prima. Il Suicidio fu una delle prime tentazioni, quand'era poco più che bambino. Enzo Siciliano, che ha scritto una Vita di Pasolini, ricorda che sulla versione ufficiale della morte c'è qualche dubbio (l'assassino era solo o in gruppo?), ma che questo non vuol dire che sia morto per un complotto fascista. La tesi del complotto viene invece riproposta da un film che dovrebbe già essere uscito ma che è stato rimandato: Pasolini: un delitto italiano, di Marco Tullio Giordana. Uno strano film, un misto di fiction, documenti, interviste. Ma la grande novità, che nessuno si aspettava, è il memoriale dell'assassino Pino Pelosi, intitolato L'Angelo nero: uscirà fra pochi giorni da Sinnos in Roma. Conosceremo finalmente l'assassino, e attraverso di lui conosceremo l'assassinio. Può darsi che sia un libro rozzo, come qualcuno teme, o volgare, o letterariamente mostruoso: ma certo è importante per la letteratura. Intanto, però, dobbiamo domandarci perché mai la versione ufficiale della morte di Pasolini continui a sollevare tanta resistenza, perché tanti intellettuali, scrittori, giornalisti (aggiungiamoci adesso anche il regista Giordana) lavorano per imporre un'altra morte. La mia impressione è che in quella morte ci sia qualcosa che è sentito come inaccettabile. Quel qualcosa è l'omosessualità. Vorrebbero una morte più pura, una morte per politica e non per sesso, uno scontro contro un gruppo di fascisti e non un litigio con uno sconosciuto ragazzino al termine di un rapporto sessuale. Così come risulta dalla versione ufficiale della polizia —sulla quale alla fine anche Alberto Moravia mi confidava di essere d'accordo—, la morte appare vergognosa: non deve entrare in una storia letteraria. Si ripete insomma con Pasolini il destino che già fu di García Lorca. La cultura spagnola e la cultura italiana sentono come colpevole la morte per omosessualità, tutta la cultura, anche la parte non-cattolica o anti- cattolica: la Spagna proponeva una morte di García Lorca per antifranchismo, l'Italia insiste sulla morte di Pasolini per anti-neofascismo. Sento in questa insistenza un rifiuto non soltanto della morte di Pasolini, ma di Pasolini tutto intero. La più ostinata, la più pervicace è Laura Betti. Laura Betti è autrice di un libro autobiografico, che si intitola Teta Veleta. «Teta Veleta» è una espressione che non significa nulla: contiene le parole che venivano in mente a Pasolini ragazzino quando sentì il primo impulso sessuale, per un ragazzino. Laura Betti, chiamando «Teta Veleta» la propria autobiografia offriva la propria vita, il proprio corpo, se stessa, come oggetto amoroso a Pier Paolo: Una violenza, dolcissima sentimentalmente, assurda culturalmente. E violenza è tutto l'atteggiamento degli amici che vogliono far morire Pier Paolo diversamente da come è morto: vuol dire che non lo accettano, e dunque lo riuccidono. ========================================================= ==============L'OROSCOPO di Mirtha ARIETE Questo mese vi offrirà buone opportunità di guadagno, specialmente durante la prima decade. Durante questi trentun giorni sarete comunque rallegrate/i anche da altri spunti interessanti; in campo lavorativo sarete dinamici (forse sostituirete un collega assente). Qualcosa potrà cambiare in meglio tra le coppie di lunga data perché un mutamento positivo rinverdirà e vivacizzerà l'unione con il partner. Risolverete un annoso problema TORO Sarà un ottimo mese per chi pratica dello sport, sia per una grande energia fisica sia per il desiderio di far valere la vostra personalità. Anche nella sfera sentimentale vi sentirete dei vincitori e cercherete di conquistare in fretta chi desiderate senza lasciarvi andare al romanticismo. Anche economicamente per voi sarà un buon periodo: vedrete aumentare considerevolmente il vostro conto in banca. GEMELLI Se state progettando da tempo cambiamenti e innovazioni nella vostra abitazione, questo sarà il momento più propizio per attuarli. Accettate serenamente i consigli dei vostri familiari ed eviterete inutili attriti. Sarà un mese che non vi porterà particolari preoccupazioni sul lavoro. Nei rapporti sentimentali sarà necessario instaurare un rapporto sincero cercando di essere più affettuosi del solito: lasciatevi andare un po' di più! CANCRO In campo professionale le previsioni per questo periodo non sono molto brillanti, anche se riuscirete a non farvi cogliere di sorpresa dalle difficoltà facendo appello alla vostra perspicacia. Qualcuno del vostro passato si rifarà vivo, per fortuna con ottime intenzioni. Sarete aperti verso gli altri e questa confidenza sarà cambiata donandovi l'occasione di approfondire certe conoscenze e capire meglio gli amici. Estrema facilità nel caricare! LEONE Invidiabile situazione in campo professionale: risultati notevoli nel lavoro e particolarmente favorite le attività commerciali e le pubbliche relazioni. I guadagni vi sembreranno facili, ma continuate ad evitare le spese superflue e risparmiate piuttosto per le prossime vacanze. Per i single potrebbe esserci in programma un incontro molto piacevole a casa di amici, mentre per gli amori datati vi sembrerà di essere ringiovaniti di 100 anni! VERGINE Mese calmo ma propizio per il lavoro: vi sentirete tentati di realizzare nuove iniziative grazie ad una improvvisa ventata di vitalità e dinamismo. Esistono concrete possibilità che in giugno un vostro sogno s'avveri. Vivrete un periodo molto intenso di avvenimenti che potranno cambiare la vostra vita futura. Questo mese dimostrerete tutto l'erotismo di cui siete capaci BILANCIA Sarà un buon mese per la realizzazione delle vostre aspirazioni segrete, potrete fare qualche viaggio e avrete un'ottima concentrazione nello studio. Otterrete buoni guadagni grazie alla vostra innata capacità di manipolazione che ancora una volta vi tornerà utile. Periodo adatto per chiarire una situazione lasciata a lungo in sospeso. Ottimo momento per le avventure, ma nelle amicizie evitate certi comportamenti un po' falsi. SCORPIONE Questo mese vi verrà richiesta una maggiore concretezza nell'attività lavorativa, ma non avete nulla da temere: le decisioni che prenderete si riveleranno quelle giuste. Questo periodo vi vedrà presi in un vortice di mondanità: Inviti, feste e anche la possibilità di entrare a far parte di qualche giro esclusivo. Non ci sono in programma grandi imprevisti in campo sentimentale, purtroppo SAGITTARIO Grandi opportunità per il lavoro e quindi anche per le finanze. Vi si presenteranno infatti occasioni d'oro e se nelle scelte vi farete aiutare da un amico esperto vi sentirete ancora più sicuri di voi. Il rapporto con il partner si può dire idilliaco se imparerete ad aver maggior fiducia nella persona amata. Vi si offrirà la possibilità di chiarire un vecchio problema familiare attraverso il dialogo: non rimandate o non otterrete più i risultati desiderati. CAPRICORNO L'estate inizia con delle belle premesse sia per la vita professionale sia per quella affettiva. Non trascurate gli amici, potreste oltre tutto perdere delle ottime occasioni di divertimento. Nell'insieme l'amore non vi deluderà, ma se desiderate una vita sentimentale tranquilla e appagante dovrete decidervi a chiudere una volta per tutte le storie passate. Date più importanza alle piccole cose. Se studiate ancora imponetevi un controllo più deciso per il buon esito dei vostri esami. ACQUARIO Questo mese vivrete occasioni veramente singolari che vi realizzeranno in modo totale ed appagante. Favorevole l'atmosfera della vita di coppia dove ritroverete un notevole affiatamento. Riuscirete ad allontanare da voi qualsiasi diffidenza, anche nel campo delle amicizie. Nel lavoro una geniale ispirazione vi permetterà di risolvere un problema relativo ad un progetto che studiate da tempo, la soluzione ribalterà la vostra situazione economica e sociale. Usate comunque prudenza PESCI Verrà messa in risalto la vostra facilità di rapporti con l'ambiente sociale che vi circonda, che questo mese sarà ricco si sorprese. Favorite le questioni domestiche, infatti potrete abbellire, rimodernare o addirittura cambiare la vostra abitazione. Se siete in attesa dell'amore potrete conoscere una persona affascinante proprio nel momento più impensato o magari il vostro grande amore si cela proprio sotto le spoglie del vostro vicino di casa o del vostro collega di cui voi non vi siete mai accorti. Sarà un mese in genere tranquillo per il lavoro ========================================================= ============== SIGNORE & SIGNORE di Patrizia Pallara Donna Moderna, 18/5/95 Una venere nera appare sul palcoscenico di un night club di New York. Con il volto nell'ombra. inizia piano a sfilarsi i vestiti. Prima i guanti, poi la camicia, quindi il reggiseno. L'atmosfera si surriscalda, qualcuno rumoreggia: chi è la splendida creatura mai vista prima in quel locale? L'aria diventa incandescente quando i riflettori rivelano l'identità della spogliarellista. Non ci sono dubbi: è Naomi Campbell che si esibisce come mamma l'ha fatta davanti a una platea di signore esaltate e sbalordite. Tutte dichiaratamente gay. Il giorno dopo, però, l'exploit di Naomi suscita un'ondata di polemiche. In molti, infatti, si chiedono: perché la Campbell si è esibita in uno strip tease per sole donne? Forse ha deciso che l'altro sesso non fa per lei, commentano alcuni. Altri minimizzano: voleva divertirsi scandalizzando i benpensanti. I più maligni invece insinuano: era alla ricerca di pubblicità gratuita. Comunque sia, scelta di campo, semplice provocazione o cinica autopromozione, il segnale che arriva dagli Stati Uniti è inequivocabile. Alle donne, sempre di più, piace stare con le donne. Tanto che, dall'Atlantico al Pacifico, illustri esponenti del gentil sesso non perdono occasione per far conoscere al mondo intero le loro simpatie particolari. Qualche esempio? La cantante Melissa Etheridge ha posato abbracciata alla sua fidanzata, Julie Cypher, per alcune foto di una campagna pubblicitaria contro l'uso delle pellicce. La regina del country K. D. Lang ha approfittato di una cerimonia di premiazione, trasmessa in diretta tv, per raccontare le sue preferenze sessuali. Mentre Rachel Williams, modella dai cachet d'oro, ha rilasciato interviste-confessione sul fatto che a lei gli uomini proprio non vanno giù. Le cronache documentano che il mondo maschile è indigesto anche all'ex campionessa della racchetta Martina Navratilova, alla singer e cabarettista Sandra Bernhard, a Chastity Bono, la bella figlia di Cher e Sonny Bono. Insomma, un fenomeno dilagante. Ma come reagisce l'America puritana? Più che bene, almeno stando al parere del sessuologo John Gottmann, docente di psicologia alla Washington University di Seattle: "Il fatto che personaggi famosi escano allo scoperto, senza più censure, è positivo. L'opinione pubblica, tra qualche perplessità, sembra comunque favorevole: io lo leggo come un segnale di apertura nei confronti di una realtà fino a oggi volutamente ignorata». Lo confermerebbe il caso di Jenny Shimitzu, l'indossatrice con gli occhi a mandorla, musa dello stilista Calvin Klein, che ha scelto come partner fissa Maria Luisa, conosciuta dietro le quinte di una sfilata. «Sono felice che, come me, molte altre donne abbiano deciso di confessare le loro preferenze sessuali» afferma Jenny. «Quando io l'ho dichiarato pubblicamente, temevo il peggio. Poi, mi hanno fatto i complimenti. In molti hanno detto che sono stata coraggiosa a espormi cosi in una società assai poco tollerante». Hollywood cede al fascino degli amori al femminile E in Italia, che effetto fa questa nuova moda? Aldo Busi, campione nostrano della trasgressione omosessuale, si infervora: «Evviva. Ognuno deve poter assecondare le proprie inclinazioni e dichiararle apertamente senza nascondersi. Mi piacerebbe, però, che oltre ai personaggi ricchi e famosi, venisse allo scoperto anche la gente comune. Altrimenti c'è il rischio che queste esternazioni appaiano come stravaganze da vip». Anche secondo la scrittrice Lidia Ravera, fine osservatrice del femminile, si può cadere in questo equivoco: «Le protagoniste del mondo dello spettacolo sono persone privilegiate che si possono permettere, senza subire conseguenze, scelte anticonformiste». Ma proprio per correre ai ripari e infrangere il muro del silenzio, pieno di pregiudizi, che circonda il club di Saffo, lo star system hollywoodiano si è mobilitato. Da Whoopy Goldberg a Barbra Streisand a Glenn Close: che, pur apprezzando nella vita privata la compagnia maschile, nel lavoro non disdegnano di promuovere la causa delle donne gay. L'indimenticabile interprete di Sister Act è attualmente sul grande schermo nei panni di una cantante lesbica in A proposito di donne: «Sono molto soddisfatta di aver interpretato questo personaggio» ha spiegato Whoopy «Ho voluto fare capire che gli omosessuali sono esseri umani come tutti gli altri. Bisogna eliminare il razzismo che esiste nei loro confronti». Della medesima opinione è la Streisand. Che ha prodotto per il piccolo schermo il film Serving in silence: la storia vera di una donna arruolata nell'esercito americano, che viene sospesa da tutti gli incarichi dopo aver dichiarato la sua passione per chi porta le sottane. Una parte ideale per Glenn Close, che secondo i critici ha saputo immedesimarsi alla perfezione nella protagonista. Vicende, queste, che hanno talmente appassionato il pubblico, da convincere definitivamente i produttori che il filone saffico paga. Nei prossimi mesi, infatti, è prevista l'uscita nelle sale americane di tre nuove pellicole, Bar girls, The incredibily true adventure of 2 girls, A simple wedding, nelle quali abbondano i legami d'amore tra signore e signorine. Una vera e propria invasione, insomma. A cui, dall'Italia, risponde Mariangela Melato, che porta in scena lo spettacolo Tango barbaro, attualmente a Genova: l'attrice si è trasformata in un individuo che è libero di scegliere quando essere uomo o donna, a seconda dei propri desideri e necessità. Insomma, il massimo della libertà e dell'ambiguità. Certo, una caricatura costruita a tavolino. Che però non si allontana troppo dal vero. Nelle acque che circondano l'isola di Lesbo navigano, infatti, molte donne indecise che non sanno scegliere da che parte stare. Sarebbe questo il caso di Cindy Crawford. Che ha dovuto comprare una pagina di pubblicità sul quotidiano inglese Times per smentire le voci riguardo a suoi presunti amori femminili. Allo stesso tempo però ha posato per un servizio fotografico che la ritrae mentre "fa la barba" a K. D. Lang travestita da uomo. E sul filo dell'ambiguità gioca anche Gianna Nannini che con alcune sue canzoni ha confuso le idee a tutti: in Dea faceva l'apoteosi dell'amore lesbico, in Maschi celebrava l'amor canonico. Interrogata, ha risposto: «Sono una persona libera, non mi importa che cosa dicono di me». Trionfano i romanzi che raccontano passioni forti e gay Più preoccupata dell'opinione del pubblico è invece Madonna. Dopo anni di incertezze sentimentali, è sbottata: «A me sono sempre piaciuti solo gli uomini». Ma come, non era lei la più esagerata, maschi o femmine, non importa? «Ho giocato la parte bisex e omosex, quando ancora non lo faceva nessuno. Adesso è roba vecchia» ha tagliato corto la cantante. Ma i fatti dimostrano il contrario: il trend non è proprio da archiviare. Ne sanno qualcosa anche le scrittrici. «La letteratura erotica non può limitarsi a raccontare la vita d'alcova delle coppie tradizionali. Pena, la noia» afferma Una Chi, alias Bruna Bianchi, che l'estate scorsa ha dato alle stampe È duro campo di battaglia il letto (ES). «L'immaginazione, per essere solleticata, deve spaziare a 360 gradi. Dunque, per una giusta miscela, Lesbo non può mancare. È risaputo che piace agli uomini, e libera i sogni più inconfessabili delle donne». La narrativa tradizionale non è da meno. La giovane inglese Jeanette Winterson, per esempio, si è conquistata i primi posti nelle classifiche di mezza Europa, con i romanzi Scritto sul corpo e Non ci sono solo le arance (Mondadori), raccontando esclusivamente passioni al femminile. Lei stessa, presentando le due opere, ha rivelato di avere le medesime preferenze delle sue protagoniste. E l'esordiente siciliana Pina Mandolfo si è cimentata con una storia (li donne che amano donne. Il titolo? Desiderio (La Tartaruga). «L'amore gay tra signore è un sentimento molto diffuso» spiega la Mandolfo. «La scintilla nell'altra metà del cielo può scoccare in qualunque momento e in qualunque situazione, anche tra eterosessuali convinte» . «Sono sicura che possa succedere, più frequentemente di quanto immaginiamo» aggiunge Lidia Ravera. «Inutile negarlo: siamo in un momento di crisi del rapporto tra maschi e femmine». E conclude: «Peccato che io non riesca a nutrire passioni per il mio stesso sesso, mi divertirei di più: gli uomini sono diventati troppo inibiti e poco eccitanti». Patrizia Pallara Lavinia Rittatore (ha collaborato Sandy Auriti). NELLA STORIA Molte, in passato, le grandi figure femminili che non hanno mai fatto mistero della loro omosessualità. Le inseparabili scrittrici Gertrude Stein e Alice Toklas, che vivevano a Parigi tra gli anni Dieci e Quaranta. Virginia Woolf e Vita Sackville West, scrittrici, che negli anni Trenta hanno scandalizzato i benpensanti inglesi con la loro relazione. Senza fidanzata fissa, invece, erano la scrittrice francese Marguerite Yourcenar, Anna Freud, figlia di Sigmund, le attrici Barbara Stanwick e Capucine. Mentre Marlene Dietrich e Greta Garbo passavano disinvoltamente da un partner all'altro, maschile o femminile che fosse. Nel folto gruppo delle signore folgorate almeno una volta dalla passione per il gentil sesso, ci sono poi la ballerina Isadora Duncan, l'attrice Eleonora Duse, la scrittrice Sibilla Aleramo. ========================================================= ============== LA POSTA di Osram ABBIAMO BISOGNO DEGLI ALTRI PERSINO PER ESSERE NOI STESSI Kare e Kare, due parole appena per ricordarvi che al 1° luglio manca ormai poco meno di un mese. Siete pronti per la grande manifestazione che quest'anno si terrà a Bologna? Spero di incontrarvi numerosi e mi auguro che vorrete sfilare con noi di InformaGay: ci terremmo tanto! Ricevere le vostre lettere è sempre immensamente piacevole, lo è persino quando a scrivere è Orazio, che niente ha a che vedere con il marito di Clarabella, e che sostiene che il nostro "giornale da quattro soldi non va bene nemmeno per pulirsi il ....". Amore, dipendesse da me, ne farei stampare uno su carta vetro solo per te! A Chicco di Milano auguro tanta felicità insieme al ritrovato Dody (ma che razza di nomi ha la gente?). D'ora in avanti ricordatevi che il dialogo è indispensabile. E le ragazze? Dove sono finite le ragazze? Ragazzeeeeee! Caro Osram, è difficile per me comunicare con qualcuno che non ha una faccia, una voce, un corpo ma cercherò di farlo lo stesso perché davvero non saprei a chi rivolgermi. Avrai già capito che il problema da cui mi sento afflitto riguarda i miei sentimenti che, da qualche tempo in qua, sono confusi quanto lo sono io. Un paio di settimane fa ho trovato il coraggio di troncare una relazione con una ragazza alla quale ero legato da tre anni. Tra di noi andava tutto bene finché si trattava di vederci per andare al cinema o in discoteca ma poi, un bel giorno, lei decise che era venuto il momento di andare oltre e così mi invitò a casa sua e mi saltò letteralmente addosso. Cercai di farla ragionare dicendole che i suoi genitori potevano rientrare da un momento all'altro ma non riuscii a convincerla e così feci l'unica cosa che istintivamente mi venne da fare: me ne andai. Ritornato a casa, mia madre mi disse che lei aveva già telefonato tre o quattro volte e aspettava che la richiamassi, ma non lo feci. Quando mi ritelefonò, mi chiese se ci fosse in lei qualcosa che non andava dal momento che tutte le sue amiche, con i loro rispettivi ragazzi, facevano l'amore da tempo. Non me la sono proprio sentita di dirle la verità e la verità consiste nella mia sessualità. Fin da quando ero ragazzino mi sentivo attratto dai ragazzi, e mentre ero eccitatissimo nell'osservare un corpo maschile nudo, non provavo le stesse sensazioni per un corpo femminile. Quando uscivo con lei lasciavo che il mio sguardo vagasse alla ricerca di un altro sguardo maschile e seppure in quel momento la tenevo per mano, sentivo che avrei preferito camminare abbracciato ad un altro ragazzo. Credo non ci siano dubbi : sono gay. Il vero problema però non è quello che provo ma quello che non riesco a fare: non riesco a frequentare i posti giusti, avrei voluto andare al festival del cinema con tematiche omosessuali ma in quei giorni non riuscivo nemmeno a passare davanti al cinema dove si svolgeva. Ho una paura tremenda di essere visto da qualcuno che possa riconoscermi e così continuo a fantasticare senza trovare la forza necessaria per immergermi nella realtà. Sogno di abbracciare un uomo, di camminare con lui mano nella mano, di farci l'amore e non ho nemmeno il coraggio di entrare in un bar. Credo che impazzirò se non riuscirò a risolvere questo dilemma. Filippo - Torino. Caro Filippo, la confusione, i sogni, i dubbi e le le certezze, gli abbandoni sono sensazioni e dati di fatto che tutti gli esseri umani, per un motivo o per un altro, prima o poi imparano a conoscere perché vanno a raggrupparsi in quel gran calderone di cose che si chiama VITA. E siccome siamo vivi e abbiamo dei desideri, delle necessità, delle fantasie che spesso non corrispondono alla realtà da cui siamo circondati, talvolta scattano delle molle che ci fanno andare in tilt ed ecco che ci troviamo a scrivere una lettera a qualcuno che sia in grado di prestarci attenzione. Questo è il punto di partenza: qualcuno a cui poterci rivolgere liberamente, chiunque sia, un amico o un'amica, i genitori o un parente, l'insegnante, il collega di lavoro, il fruttivendolo, anche un illustre sconosciuto senza volto può andar bene, purché sia in grado di comprenderci. In questo caso tu hai scelto me e io ti ringrazio per avermi scritto e posso subito cominciare col dirti che non sei così debole come credi se davvero hai superato da solo una fase importante e sei giunto alla conclusione di essere gay senza confrontarti con nessuno, mi pare d'aver capito, e senza aver mai testato la realtà. Mi sembra un grosso passo in avanti anche se, come saprai, sarebbe il caso di approfondire questo lato della tua personalità proprio perché tra la fantasia e la realtà c'è spesso una differenza abnorme. E poi, scusa se mi permetto ma credo non ci sia soluzione al tuo problema se continuerai a vivere in una specie di cupola di cristallo, così come non credo sia sufficiente il non sentirsi attratto da una ragazza (specie se è la sola esperienza che hai avuto) per proclamare la tua omosessualità. Ci andrei un po' più cauto e cercherei di vincere le incertezze affrontandole una alla volta e la prima che dovresti risolvere è quella di togliere i freni alla tua curiosità. Sono ormai tantissimi i posti che si possono frequentare per conoscersi e se ti sei lasciato sfuggire una grossa occasione, non puoi continuare a sprecare le opportunità. Fatti avanti, forte di quello che senti, senza timori ma piuttosto con la certezza che ogni passo che farai per comprendere te stesso, sarà un passo che metterai tra te e i tuoi dubbi. Se credi troverai qui all'InformaGay persone disposte ad ascoltarti e, soltanto se lo vorrai, a farti conoscere, magari accompagnandoti, i locali dove ci si può sentire a proprio agio, fare due chiacchiere con gli amici e, perché no, trovare l'anima gemella. Sai, abbiamo bisogno degli altri persino per essere noi stessi. Un abbraccio. ...ma prima di spegnere la luce... IL TEOLOGO: Ma dimmi, perché tu tenti gli uomini? IL DIAVOLO: Perché tentar non nuoce. (Achille Campanile, "TRAGEDIE IN DUE BATTUTE"). Clik.